Alla Libreria di Alice io e Mari Ermi ci siamo sentiti davvero a casa

La libreria di Alice. Che meraviglia!
La libreria di Alice. Che meraviglia!

Quando sono entrata in libreria, io e Alice ci siamo salutate con un enorme abbraccio. Un abbraccio spontaneo, vivace, pieno di energia positiva. Lei me l’aveva detto più volte – “Ti aspetto a braccia aperte!” – mostrando un calore che percepivo chiaramente attraverso lo schermo, tra le righe dei suoi messaggi e le parole dei suoi vocali, e che dal vivo ha rivelato tutta la sua intensità, facendomi subito sentire a casa.

Questa me l'ha mandata Alice qualche giorno prima della presentazione. Adoro!
Questa me l’ha mandata Alice qualche giorno prima della presentazione. Adoro!

Faccio un piccolo passo indietro. Di Alice avevo sempre sentito parlare benissimo, ma ho avuto il piacere di conoscerla solo a metà dello scorso marzo, quando la mia editrice, Stefania Convalle, mi ha messo in contatto con lei, che voleva invitarmi per una presentazione. Due cose voglio dire subito. La prima è che sono bastati pochissimi messaggi perché capissi con chi avevo a che fare: una persona calorosa, entusiasta, felice della vita e gioiosa delle sue passioni – una gioia che riesce a trasmettere con un’intensità che raramente mi è capitato di incontrare sulla mia strada. La seconda è che io e Alice siamo entrate subito in sintonia: per intenderci, lei è una di quelle persone per cui mi viene da pensare “incredibile, mi sembra di conoscerla da sempre!

Prima della presentazione, io e Alice abbiamo trovato il tempo per qualche scatto significativo insieme!
Prima della presentazione, io e Alice abbiamo trovato il tempo per qualche scatto significativo insieme!

Ma torniamo a noi. Dicevo poco fa che il suo calore mi ha fatto subito sentire a casa. Vorrei aggiungere, a questo punto, che la sua libreria non è stata da meno. E voglio dedicarle qualche riga, perché La libreria di Alice ha un taglio tutto suo, perché è uno di quei luoghi che possiedono una personalità, un’anima palpabile: ci sono i libri, naturalmente, romanzi e storie che lei – si coglie subito – sceglie ed espone con grande cura; ci sono gli scaffali con quell’aria di antico e perenne insieme; e ci sono i tè, gli infusi, le tisane e i caffè, che donano all’ambiente una vasta gamma di profumi – profumi più o meno forti, profumi di buono, profumi di casa – nell’atmosfera di una musica rilassante.
A tutto questo, poi, sabato 27 aprile si aggiungeva l’allestimento dedicato a Mari Ermi che Alice ha preparato con cura e originalità e che includeva anche un componente speciale: la bandiera della Sardegna che la mia collega e conterranea Maria Rita Sanna ha donato a Stefania Convalle alcuni anni fa – la bandiera che mi aveva già fatto compagnia, portandomi davvero tanta fortuna, nelle tre fiere a cui ho preso parte negli ultimi due anni e che Stefania Convalle, in un gesto davvero generoso del quale sono immensamente grata, ha inviato ad Alice proprio per questo evento.
Ma non è finita qui! In perfetto tema col libro, Alice ha preparato una tisana agli agrumi che offriva ai presenti insieme ai biscottini deliziosi cucinati da sua madre (un’altra persona magnifica, insieme al compagno di Alice).

Alcuni degli scatti del pomeriggio. 
Che bello incontrarvi tutti!
Alcuni scatti del pomeriggio, scelti a caso.
Che bello incontrarvi tutti!

Ma arriviamo allora alle persone. Perché un pensiero speciale voglio dedicarlo a loro, le persone che sono venute all’incontro e che mi hanno fatto sentire davvero accolta. Ho avvertito tutto il calore della Romagna unito alla curiosità e all’interesse rispetto alla storia di Mari Ermi e alla Sardegna più in generale, ed è stato piacevolissimo chiacchierare con tutte loro anche prima e dopo la presentazione, scambiare sorrisi, scattare fotografie.

La presentazione è stata bellissima. Le domande e le considerazioni di Alice, così lucide e profonde, ci hanno consentito di parlare di tante cose: della Sardegna, di questo titolo e del valore di Mari Ermi per me e per il romanzo, di retroscena e curiosità varie, dei miei personaggi, del loro percorso di crescita e soprattutto della natura, dell’importanza che riveste nell’esperienza umana, del ruolo che attribuisco ai cinque sensi, del colore, e poi dei sogni, della mia passione per la scrittura e di tanto altro ancora. Abbiamo chiacchierato, riso, condiviso pensieri e anche esperienze, e ancora scambiato spunti, idee, opinioni, suggestioni.

C’è stato poi un momento particolarmente emozionante, una grandissima sorpresa: Stefania Convalle ha inviato ad Alice la targa del premio che ho conseguito di recente al concorso Dentro l’amore, organizzato proprio da Edizioni Convalle e alla cui serata finale non ero riuscita a presenziare. È stato un momento magico, intenso, che porterò sempre con me come ogni istante di questa giornata indimenticabile.

La sera, mentre gironzolavo e curiosavo tra gli scaffali di Alice scegliendo dei libri e dei tè, facendomi avvolgere dalla gioia che questi eventi e questi incontri mi regalano, non ho potuto fare a meno di pensare a quanto io sia grata per tutto questo.

Quello che ho portato via dalla libreria di Alice, tra acquisti e regali!
Quello che ho portato via dalla libreria di Alice, tra acquisti e regali!

Concludo, allora, con un po’ di ringraziamenti. Ad Alice, per come mi ha accolto, per quello che ha fatto per questa presentazione e soprattutto per la sensibilità con cui ha saputo cogliere l’anima di Mari Ermi. Alla mia editrice, Stefania Convalle, per il sostegno prezioso, per il dono della bandiera e per la fantastica sorpresa. A tutte le persone che sono venute e che hanno avuto il piacere di condividere questi momenti con me, dando fiducia al mio romanzo. A Matteo, perché la sua disponibilità e il suo affetto mi hanno consentito di dedicarmi a questo evento con serenità.
Grazie, davvero.
Lo dico sempre e voglio ripeterlo anche qui: questo della scrittura è un mondo difficile, ma le soddisfazioni che dà sono davvero immense.

Se hai piacere di vedere altri scatti di questo pomeriggio, visita la galleria fotografica dedicata a Mari Ermi cliccando qui. 😉

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Sulla necessità di staccare

Sembra scontato, ma di recente mi sono accorta che non lo è affatto: ci sono momenti in cui staccare dalla scrittura è necessario. Staccare completamente, intendo. Non staccare per un giorno o due (poi, certo, anche questo serve), ma per periodi interi, periodi prolungati.
Mi è capitato da poco, e voglio raccontarvelo.

Quaderni, penna, candela: che bello scrivere!
Quaderni, penna, candela: che bello scrivere!

Da settembre 2022 a maggio 2023 ho lavorato molto, davvero molto: impegnandomi a trovare una continuità che prima non avevo mai avuto, ho scritto poesie, articoli e racconti; ho editato, soprattutto, materiale in arretrato da tanto tempo. Poi, però, sono arrivata a giugno stanca. Stanca stanca. Me ne accorgevo quando mi dedicavo all’editing, soprattutto: tempo spropositato per risolvere cose semplici, parti di brani e di poesie che non riuscivo proprio a districare, senso di frustrazione ricorrente.
Quando ho iniziato a staccare, non l’ho fatto consapevolmente. Non mi sono detta: “Basta, stacco!”. Anzi, per un periodo mi sono pure intestardita. Poi, complici le due settimane in Normandia e Bretagna e il mese trascorso a casa, in Sardegna, è successo che ho staccato e basta. Così, semplicemente. Come dicevo, non l’ho deciso, ma da un giorno all’altro mi sono accorta che avevo smesso di lavorare: continuavo a dedicarmi solo alla scrittura libera, annotando pensieri e parole per lo più davanti al mare, ma senza andare oltre.

Ho smesso di lavorare per più di un mese e, quando ho ricominciato a settembre, quello che è successo mi ha sbalordita. Al momento, infatti, questo è stato il periodo più prolifico dell’anno, e non tanto per le ore dedicate alla scrittura (comunque molte: tre al giorno tutti i giorni), quanto per i risultati: le parole che vanno a posto quasi da sole, i pensieri che scorrono, gli incastri giusti in poco tempo e quelle giornate, sì, quelle giornate in cui ho chiuso la sessione con un rarissimo senso di soddisfazione (è incredibile, ma è successo davvero!). Non so quanto ancora durerà questa tendenza, ma ve l’ho raccontato per dirvi questo: quando siete stanchi, prendetevi una pausa. Quando ne avete bisogno, fermatevi. Staccate, senza sensi di colpa, anche per lunghi periodi. Perché serve. Eccome se serve!

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Il Buk Festival di Modena e tante emozioni indimenticabili

Io e Mari Ermi allo stand Edizioni Convalle al Buk Festival 2023. 
Che emozione!
Io e Mari Ermi allo stand Edizioni Convalle al Buk Festival 2023. Che emozione!

Gratitudine e felicità. Comincio così, con queste due parole, perché per raccontare il Buk Festival di Modena ho bisogno di mettere ordine tra le mie emozioni, e il primo passo, senza dubbio, è dare un nome a quelle che porterò sempre con me dopo un fine settimana del genere.

Intenso, vivace, travolgente.
Bellissimo. È stato bellissimo, questo fine settimana del 6 e 7 maggio. È stato, semplicemente, tante cose che l’hanno reso indimenticabile.

Il contesto, prima di tutto. La cornice deliziosa di un chiostro, uno splendido leccio al centro con la sua ombra ampia sotto il cielo azzurro, l’aria fresca e la brezza piacevole; la serenità e il gioco di squadra che respiravo ogni momento al nostro stand, tra sorrisi, chiacchiere, battute e risate; il mio quarto incontro con le due anime di Edizioni Convalle, Stefania e Giuseppe, entrambi – ognuno a proprio modo – un concentrato di forza e dolcezza; Matteo, naturalmente, perché mi ha accompagnato in questa avventura e per il modo in cui mi illuminava ogni volta che lo vedevo tornare allo stand.

E poi le persone e quindi il dialogo, la possibilità di condividere, il motivo per cui da un anno a questa parte ho scoperto di amare così tanto le fiere: adoro i nuovi incontri e le chiacchierate, adoro raccontare della mia scrittura e del mio romanzo a chi è curioso di ascoltarmi. E le persone, dicevo, le persone, a cui le dimensioni contenute del Buk Festival hanno permesso, peraltro, di esplorare gli stand con tranquillità, erano aperte, sorridenti, interessate. Sono davvero grata alle tante di loro che hanno avuto il piacere di ascoltarmi, alle tante che poi hanno deciso di dare fiducia a Mari Ermi.

Quanto amo scrivere le dediche!
Quanto amo scrivere le dediche!

E poi c’è lei, la mia passione per la scrittura. È stata lei la grande protagonista, perché a questi eventi mi rendo conto di quanto io sia disposta a dare, per lei e solo per lei. Me l’hanno fatto capire tante cose, anche stavolta. La gola sempre secca, i capelli spettinati, le piante dei piedi doloranti, i pranzi in quei venti minuti rubati, la felicità di sentire quel vortice di entusiasmo e fatica, quel vortice che mi trascina ingovernabile, che non posso fare a meno di animare e assecondare con tutta me stessa e dal quale mi è difficile uscire. Ed è quando arrivi a sera disfatta, con la testa che ti gira e stavolta – sì, questo ancora non mi era successo – anche le labbra gonfie e screpolate perché è tutto il giorno che parli del romanzo e in realtà non ce la fai più, ma al tempo stesso non puoi fare a meno di continuare, perché potrebbe esserci ancora un’altra persona disponibile ad ascoltarti, curiosa di scoprire la tua storia, e tu sei decisa ancora una volta a impegnarti con tutta te stessa per raccontare ancora un’altra volta del tuo libro… Ecco, è in giornate così che capisci quanto sei disposta a dare per questa cosa bellissima che si chiama scrittura.
E l’incredulità e la gioia di domenica pomeriggio, quando l’ultimo libro rimasto ha lasciato lo stand, sono emozioni immense che porterò sempre con me, come la passeggiata spensierata che ho fatto a Modena quella sera con Matteo.

Questo mese Mari Ermi compie un anno, e permetterci di vivere questa fiera è stato il regalo più bello che la mia casa editrice potesse farci.

Se hai piacere di vedere altri scatti di queste giornate, visita la galleria fotografica dedicata a Mari Ermi cliccando qui. 😉

La mia editrice ha commentato l’esperienza a questa fiera nella primissima parte di una diretta sulla pagina Facebook di Edizioni Convalle (minuti 0.00-14-00): se ti interessa sentire le sue parole, puoi cliccare qui. 😉

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Di agrumeti e ispirazione

Una pianta di arancio con fiori e frutti insieme: uno spettacolo della natura!


🌿 “E gli aranci, ancora una volta, regalavano uno spettacolo unico. Spesso, quando fiorivano, i frutti tardivi erano ancora sulle piante, ed era frequente vedere le loro verdi chiome colorarsi di arancio e bianco insieme, frutti del colore del sole e fiori simili a piccole stelle candide.” 🍊🌸 Mari Ermi, p. 154

“E poi si era messa a osservare le piante, i fiori, gli insetti e, più in generale, l’abbraccio vivace e delicato con cui la primavera, quel venti di aprile, colorava il mondo attorno a loro. […] farfalle variopinte disegnavano qua e là danze briose, lasciando ammirare il proprio splendido gioco d’ali – ora morbido e lento; ora rapido, intenso, quasi confuso – non appena si posavano sui fiori; nel frattempo le api, spesso annunciate da un grazioso ronzio, orbitavano curiose attorno alle piante e, qualche volta, anche attorno a loro.”
🦋🐝 Mari Ermi, pp. 180-181

Un'ape su una zagara.
Una Vanessa atalanta sulle zagare.




Ho scattato queste foto il 7 aprile 2023, negli agrumeti di Milis.

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La prima presentazione di Mari Ermi è stata una serata indimenticabile

Amo tantissimo raccontare emozioni e al contempo la considero sempre una sfida enorme, specialmente quando le emozioni sono tante, tanto belle e tanto profonde.
È il caso del pomeriggio del 4 aprile alla Biblioteca comunale di Cabras: un tè letterario dedicato a me e a Mari Ermi, un insieme di prime esperienze – il mio primo tè letterario, la prima vera e propria presentazione del mio romanzo – ricche di momenti intensi di gioia e condivisione.

Mi viene da dire, prima di tutto, che mi sento grata. Grata alle ragazze della Biblioteca Comunale di Cabras per l’onore di questo invito e per il modo in cui hanno accolto me e apprezzato il mio romanzo. Grata alle persone che hanno avuto il piacere di partecipare, in ruoli e modi diversi, con così tanto entusiasmo. Grata, come sempre, alla mia casa editrice, per aver creduto nella mia scrittura.

Uno degli aspetti che ho amato di più di questa presentazione: la disposizione a cerchio, che mi ha fatto sentire ancora più vicina al pubblico.

Ci ho riflettuto un po’, poi ho deciso di raccontare questo pomeriggio attraverso i tanti aspetti che hanno contribuito a renderlo indimenticabile.

La disposizione a cerchio, per esempio. Mi ha fatto sentire ancora più vicina al pubblico – cosa a cui tenevo molto e che è stata ben compresa dal personale della biblioteca – e ha donato un tocco di familiarità a un ambiente già di per sé accogliente e caloroso.

La splendida presentazione curata dall’assistente di biblioteca Eleonora Poddi. Lei ha parlato un po’ di me, del mio percorso e della mia “attività letteraria” sul blog e sui social network, sulla quale mi ha anche invitato a raccontare qualcosa. Investo tantissimo tempo su questi canali, e sapere che il mio lavoro sia stato compreso e apprezzato così tanto – e poterne anche parlare un po’ – mi ha riempito di gioia.

Io, la relatrice Arianna Garau e l'assistente di biblioteca Eleonora Poddi durante la presentazione.

E poi il dialogo con Arianna Garau, una giovane professoressa che aveva letto e apprezzato Mari Ermi qualche mese fa e che ha avuto il piacere di fare da relatrice in questa giornata. Io e Arianna – che coincidenza, poi: Arianna presenta Arianna! – non ci eravamo mai viste né sentite prima, eppure siamo entrate subito in sintonia: sarà stato il nome o il vecchio e caro liceo in comune, sarà che era una giornata di prime volte – per me prima presentazione, per lei prima volta da relatrice – o sarà, semplicemente, che quando una persona scrive un libro e un’altra lo legge con una simile profondità questo è inevitabile.
Sì, perché mi sono sentita onorata della presentazione che Arianna ha preparato per il mio Mari Ermi. Un’analisi precisa, accurata, che ha toccato tutti i punti a cui tenevo di più – peraltro con una passione nei confronti del romanzo che mi ha emozionata – evitando al tempo stesso anticipazioni sulla trama.

Un altro degli aspetti che ho amato di più: poter raccontare il romanzo - e anche un po' me stessa - con grande spontaneità.

Le sue considerazioni e le sue domande sui personaggi e sui temi portanti mi hanno dato l’opportunità di parlare di tante cose: la ricerca di un posto nel mondo, le difficoltà dei giovani universitari, il ruolo della natura nella nostra esperienza umana, l’importanza della memoria individuale e storico-collettiva. È stato bello poter parlare di temi così complessi in modo così semplice e diretto, e avere al contempo la possibilità di raccontare qualcosa sul mio rapporto con la Sardegna, sulla genesi del romanzo, sui retroscena, sul ruolo della spiaggia di Mari Ermi, sul mio lavoro alle parti descrittive.

Ci sono state anche le letture, naturalmente, e Arianna e il personale della biblioteca mi hanno emozionato tanto scegliendo di leggere, oltre alla descrizione della spiaggia di Mari Ermi, un passo tratto da un capitolo a cui tengo moltissimo – quello delle storie di nonna Antonica – e dandomi la possibilità di parlare del nostro rapporto con gli anziani e di raccontare qualcosa anche sulla mia cara nonna. È stato un momento davvero toccante e sono molto grata a tutte loro per aver scelto di dare spazio a questa parte del romanzo, per averla apprezzata così tanto.

Infine, le chiacchiere a tu per tu con le persone durante il firmacopie e l’incontro con una mia cara amica hanno regalato un altro tocco di gioia a questo evento letterario che non dimenticherò facilmente.

Sono davvero, davvero felice di questa prima presentazione. Credo sia emerso un quadro completo del romanzo e, insieme, un ritratto sincero di me, che mi sono sentita libera di chiacchierare con spontaneità in questo ambiente accogliente fatto di persone entusiaste e partecipi.
È stato un pomeriggio piacevolissimo, vivace, felice. È stato un pomeriggio di sorrisi e condivisione.
Uno di quei pomeriggi che porti sempre con te. Uno di quei pomeriggi in cui torni a casa pensando che questo della scrittura è un mondo difficile, ma che le soddisfazioni che dà sono davvero immense.

Se hai piacere di vedere altri scatti di questa serata, visita la galleria fotografica dedicata a Mari Ermi cliccando qui. 😉

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Cinque cose belle a tema libri e scrittura del mio 2022

Eccole qui: cinque cose importanti, cinque cose belle a tema libri e scrittura che hanno caratterizzato il mio 2022 e che mi sembrano perfette da condividere sia come riflessione sull’anno appena trascorso sia come augurio di un buon anno nuovo. E allora via, cominciamo!

Io, il mio romanzo Mari Ermi e la spiaggia di Mari Ermi dietro di me nei colori del tramonto.

Mari Ermi.
Il lungo percorso di questa storia – nata nel 2016 e riscritta e corretta, tra una cosa e l’altra, fino al 2021 – è giunto a un traguardo e a un nuovo inizio quando, sempre nel 2021, ha incrociato la sua strada con quella di Edizioni Convalle, una casa editrice che ha visto nelle sue pagine tante cose e ha deciso di darle fiducia. Per Mari Ermi il 2022 è stato un anno intenso, pieno di sfide e di scoperte, dal percorso pre-pubblicazione all’avventura della promozione: piccoli grandi passi, tanta costanza, idee, colori, pazienza e fiducia per portare il libro ogni giorno più in là.
Impegno, fatica ed entusiasmo sono stati accompagnati da tanti riscontri e da grande affetto nei confronti della mia storia da parte dei miei lettori. Sono felice, soddisfatta, ma questo cammino è solo all’inizio. Ho tante cose in mente.

La scrittura.
Quest’anno sono riuscita finalmente a realizzare un obiettivo che inseguivo da tempo immemore: dare alla scrittura il giusto spazio nella mia quotidianità.
La difficoltà era sempre la stessa – l’impressione che altri impegni, altre incombenze (lavorative e non) fossero sempre più importanti, più concrete della necessità di scrivere, e da qui la tendenza a procrastinare, a rimandare giorno dopo giorno. Avevo capito da tempo quale fosse la soluzione: collocare la scrittura nella mia agenda giornaliera, darle un suo spazio, concreto e imprescindibile, nelle mie giornate. Per qualche ragione, però, non ero mai riuscita a mettere questa soluzione in pratica per periodi prolungati.
Senza motivi particolari, il 1° agosto di quest’anno è stato il momento spartiacque, quello in cui ho deciso seriamente di iniziare a scrivere tutti i giorni, fossero anche solo due righe. Da lì in poi non c’è stato giorno in cui non l’abbia fatto. Una piccola-grande soddisfazione, un impegno che sento come un piacere, e un’abitudine che mi sta aiutando a crescere e a migliorarmi sempre di più. Ne parlerò più diffusamente a gennaio.

Il mio romanzo Mari Ermi davanti all'albero di Natale.

I progetti.
Quest’anno ho intrapreso un percorso interiore che mi ha portato a lunghe riflessioni sul mio lavoro, sulle mie passioni, sui miei progetti e sui miei obiettivi legati ai libri e alla scrittura. Se il mondo dei libri è per me la cosa più importante, cos’altro posso fare, rispetto a quanto sto già facendo, per poter vivere questa realtà sempre di più, per poterle dare sempre più spazio nella mia vita? Ci ho pensato a lungo, e alla fine credo di aver trovato una risposta e di aver preso una decisione. Ne riparleremo presto.

Le fiere.
Il Salone del Libro di Torino a maggio e la Rassegna della Microeditoria di Chiari a novembre mi hanno dato tantissimo. Non ero mai stata a una fiera prima, e poter vivere entrambe al quadrato, come lettrice e come autrice, è stata un’emozione enorme. Ho parlato diffusamente di queste fiere in articoli dedicati, ma tenevo a ringraziare ancora una volta la Edizioni Convalle per questa possibilità e, naturalmente, Matteo per il sostegno incondizionato: è stato fondamentale in queste occasioni, come lo è sempre.

La prima edizione di Furore.
È il piccolo-grande regalo che mi sono portata a casa dal Salone del Libro: una prima edizione, prima stampa di uno dei grandi romanzi che amo di più al mondo. Un’emozione immensa il momento in cui è diventata mia; un’emozione tenerla tra le mani e sfogliarla. Anche a lei ho dedicato una riflessione e alcuni scatti, nell’intento di trasmettere i sentimenti di antichità e immortalità che il contatto con quelle pagine ingiallite e perenni mi sa donare. Sì, perché è questo l’effetto della grande letteratura.

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L’emozione di sfogliare i classici dell’infanzia

Alcuni dei classici che leggevo e rileggevo ai tempi delle elementari, soprattutto nel periodo invernale: Pollyanna, Piccole donne, Jane Eyre, Cuore, L'isola del tesoro, La piccola Dorrit.
Alcuni dei classici che leggevo e rileggevo ai tempi delle elementari, soprattutto nel periodo invernale!

Una delle cose che amo di più quando torno in Sardegna è sfogliare i libri che ho tenuto nella mia libreria qui. Tra questi ci sono alcuni classici a cui mi sento legata in modo particolare: sono quelli che hanno accompagnato la mia infanzia e la mia adolescenza, quelli che ho letto più spesso – alcuni addirittura una volta all’anno – al punto da ricordarne ancora oggi intere parti.

In questo post ho deciso di mostrarvi quelli che leggevo e rileggevo ai tempi delle elementari soprattutto nel periodo invernale, e in particolare durante le vacanze natalizie:

Cuore di Edmondo De Amicis (Editrice Piccoli, 1988)

Jane Eyre di Charlotte Brontë (Fratelli Melita Editori, 1992)

Piccole donne di Louisa May Alcott (La Biblioteca Ideale Tascabile, 1996)

La piccola Dorrit di Charles Dickens (Istituto Geografico De Agostini, 1998)

Pollyanna di Eleonor H. Porter (Istituto Geografico De Agostini, 1998)

L’isola del tesoro di Robert L. Stevenson (Demetra, 1998)

Rivedere queste edizioni per me è davvero un’emozione!

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Di sogni, di motivazione, di sentimenti

Questo novembre io e il mio sogno – io e il mio libro – siamo approdati alla Rassegna della Microeditoria.
Eravamo stati al Salone di Torino a maggio e avevamo organizzato un firmacopie in Sardegna a settembre, e dunque avevo un’idea di cosa aspettarmi da me stessa e dalle mie emozioni; eppure, devo ammetterlo, queste emozioni alla Microeditoria mi hanno spiazzata comunque.
Questo perché quando partecipo a eventi del genere entro in un mondo diverso, come se per un paio di giorni abitassi un pianeta in cui esistono solo i libri, e in cui la cosa più importante è trasmettere il più possibile la mia passione per la scrittura e raccontare la mia storia, il mio Mari Ermi.

Io e Mari Ermi allo stand Edizioni Convalle alla Rassegna della Microeditoria 2022. 
Che emozione!
Io e Mari Ermi allo stand Edizioni Convalle alla Rassegna della Microeditoria 2022.
Che emozione!

E non posso fare a meno di immergermi al cento per cento, in questo pianeta, di lasciarmi regalare tutte le emozioni possibili: sabato e domenica ho dato tutta me stessa, ho parlato tutto il giorno, ho raccontato, chiacchierato, riso e sorriso, ho regalato un sacco di segnalibri, e sì, non mi sono davvero mai fermata.

Perché sono fatta così. Non posso fare a meno di mettercela tutta, sempre; non posso fare a meno di dare il massimo. E, quando si tratta di emozioni, devo viverle nel modo più intenso, devo animarle, assecondarle, farmi trascinare.

Entrambi i giorni sono tornata in hotel esausta, quasi senza più energie, ma profondamente felice ed estremamente grata.

Grata per questa possibilità, naturalmente. Grata a tutte le persone che ancora una volta mi hanno ascoltata e hanno deciso di dare fiducia al mio romanzo.
E grata a me stessa, sì, perché mi sono concessa di vivere a pieno questo evento e perché gli ho permesso di ricordarmi, e ancora una volta insegnarmi, qualcosa di fondamentale: dobbiamo crederci, nei nostri sogni, dobbiamo scendere in campo e lottare in prima persona, dobbiamo viverli; e, se è vero che per me la cosa più importante è quel pianeta variopinto che ruota attorno alle parole, è vero anche che devo fare tutto quanto è in mio potere per dare sempre più spazio a questa cosa nella mia vita, per nutrire e farmi nutrire da questo pianeta che vive di storie, di scrittura e di lettura, e che è la realtà più stupefacente e concreta che io conosca.

Se hai piacere di vedere altri scatti di queste giornate, visita la galleria fotografica dedicata a Mari Ermi cliccando qui. 😉

Se ti interessa ascoltare l’intervista telefonica in cui racconto questa esperienza, durante una diretta sulla pagina Facebook di Edizioni Convalle (minuti 10.00-35.00), puoi cliccare qui. 😉

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Benvenuto, ottobre!

🍁 🐿️ L’autunno è iniziato da una decina di giorni e per le anime come la mia, innamorate di questa stagione, non c’è niente di più bello del mese di ottobre: passeggiare o andare in bicicletta tra i colori arancio-rossastri così accesi; ascoltare la pioggia sotto una copertina, magari con un bel libro o davanti a una piacevole serie tv; scrivere in compagnia delle candele profumate e di una rilassante playlist autunnale; tornare a casa dal lavoro che è già buio e godersi quel freschetto della sera che non è ancora freddo, oppure lavorare da casa con la prospettiva di un bel tè o una tisana calda dopo le lezioni. 
E poi, amo tantissimo le immagini generalmente associate a questa stagione: le castagne, la legna, gli scoiattoli, i biscotti, le zucche e, più in generale, tutto ciò che c’è di arancione, un colore che adoro in ogni stagione.

Autunno: ghirlande di foglie, cuscini a tema, candele profumate, libri nuovi!
Autunno: ghirlande di foglie, cuscini a tema, candele profumate, libri nuovi!

🍪 E proprio a cominciare dalle tinte arancioni quest’anno ho voluto ricreare anche dentro casa un po’ di atmosfera autunnale, in modo da avere attorno a me un ambiente ancora più caldo, rilassante e accogliente. Ho fatto quindi alcuni acquisti decorativi: dei cuscini adorabili, con disegni di zucche e foglie, che ora hanno preso posto sul divano, e una ghirlanda di foglie d’acero davvero bella che abbiamo collocato sul mobile della tv. È incredibile l’effetto di questi piccoli tocchi sul salottino!

📚 Non poteva mancare, poi, qualche libro nuovo, e le scelte che ho fatto mostrano ancora una volta quanto mi divida tra letteratura italiana e americana.
Dialoghi con Leucò di Pavese è una lettura in cui non vedo l’ora di immergermi, un connubio tra mitologia classica e grandi temi dell’esistenza umana. Lo accompagna il mio primo Fenoglio, Una questione privata, romanzo d’amore e guerra ambientato nel periodo della Resistenza. I due libri, dunque, si inseriscono pienamente nel mio progetto di recupero della letteratura italiana del Novecento, che ho iniziato nel 2019 proprio con Pavese (La luna e i falò) e che finora mi ha fatto scoprire anche Morante, Moravia, Ginzburg e Calvino.
Sul versante letteratura americana, invece, ho preso la Trilogia della Pianura di Kent Haruf (Benedizione, Canto della pianura e Crepuscolo), che ho trovato in cofanetto. Non ho mai letto Haruf, e queste storie mi attirano per l’ambientazione – una piccola cittadina americana – e per la celebrazione delle straordinarie vite comuni: due caratteristiche che le rendono perfette per l’autunno, anche considerando i toni lievi e intensi, semplici e lirici di cui sembrano intrise.

🧡 Per accompagnare le letture, come anche, ovviamente, le sessioni di scrittura mattutine e serali, trovo perfette le candele profumate. Quest’anno ne ho voluto prendere un’intera famigliola – tutte, chiaro, con aromi dolci e autunnali: Autumn leaves, Autumn glow, Autumn pearl, Crisp campfire apples.
I loro profumi hanno cominciato ad accompagnare le mie ore di scrittura già da qualche giorno, e insieme a una playlist tutta autunnale e alla pioggia frequente stanno ispirando tantissime immagini, storie e poesie.

🍂 Ne parleremo! Intanto, benvenuto ottobre! 🐿️

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Il mio primo firmacopie

Quasi quattro ore di sorrisi, racconti, battute, abbracci e strette di mano.
Quasi quattro ore ho trascorso ieri mattina alla Libreria Chiara e Stefy di Bachisio Medde, a Ghilarza, a chiacchierare con persone che non conoscevo e che sono venute lì per me, e con altre che sono entrate per caso e si sono incuriosite, decidendo di fermarsi ad ascoltarmi.

Entusiasmo e felicità mentre scrivo la dedica a una mia lettrice.
Entusiasmo e felicità mentre scrivo la dedica a una mia lettrice.

Chiacchierare. Perché per me il firmacopie è soprattutto questo. Di dediche ne ho scritte tante, ma quello che ho fatto la maggior parte del tempo è stato chiacchierare, sorridere, stringere mani. Ho parlato, parlato e parlato per tutta la mattina, ed è questo che ho amato del mio primo firmacopie: poter raccontare in modo diretto, a ogni persona, il mio Mari Ermi, trasmetterne le atmosfere, comunicarne il respiro che anima i personaggi; poter raccontare, soprattutto, la mia passione per la scrittura. E io ce l’ho messa tutta, con tutto il mio entusiasmo e la mia gioia di essere lì, senza allontanarmi nemmeno un attimo dalla scrivania, sedendomi solo per scrivere le dediche, sorseggiando dell’acqua in pochi momenti rubati, perché adoro il tempo che posso dedicare di persona a tutti coloro che hanno voglia di scambiare quattro chiacchiere con me.
Ho trovato nei miei conterranei del posto persone affabili, calorose, curiose. Sono davvero grata a chi è venuto in libreria per me e a chi, entrato per caso, ha deciso di dare fiducia a Mari Ermi.
E sono profondamente grata al Signor Bachisio Medde, nel quale, tra l’altro, vivono un entusiasmo e una generosità più uniche che rare. La piantina che vedete in foto nella galleria è un suo regalo, come è stata un suo regalo l’opportunità di realizzare questo firmacopie che ha offerto a Mari Ermi nuove possibilità di comunicare con i suoi lettori e di farsi strada in un mondo tanto complicato quando straordinario.

Ieri sono tornata a casa con tre scatoloni vuoti, esausta, sì, ma soprattutto felice.

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