Con la testa che gira e con il cuore pieno di gioia.
Non è facile riordinare le idee dopo un fine settimana così intenso.
Quella al Salone Internazionale del Libro è stata un’esperienza indimenticabile, specialmente nell’emozione di poterla vivere al quadrato, come lettrice e come autrice. Come autrice soprattutto, in realtà, dato che ho trascorso felicemente gran parte del tempo allo stand Edizioni Convalle.
E che tempo, che ore stupende! Ore intense, fatte di un lavoro che ho vissuto come un gioco, mentre entusiasmo e fatica si mescolavano in un vortice irrefrenabile nel quale mi sono tuffata per tutto il weekend.
Ho parlato di Mari Ermi con tante persone, realizzando quanto fosse bello raccontare del romanzo a chi si mostrava di volta in volta incuriosito, interessato, anche intrigato. Ho firmato diverse dediche. Le prime con la mano tremante, con le labbra sempre pronte a soffiare per paura che l’inchiostro sbavasse. Ho scattato foto piene di gioia con perfetti sconosciuti. Ho incontrato e abbracciato dal vivo persone che avevo conosciuto attraverso uno schermo. E un pochino mi ha stupito, la spontaneità e il calore reciproco di tutti questi abbracci. Ho provato di nuovo la felicità di abbracciare le persone con spensieratezza, e già solo per questo il Salone è valso tutto.
Ho conosciuto altri autori della mia casa editrice: tutte persone simpatiche e alla mano, con cui è stato bello chiacchierare e scherzare. Ho conosciuto, soprattutto, la mia fantastica editrice, Stefania Convalle, che è proprio come la immaginavo, tosta e generosa, e ho conosciuto Giuseppe Murru, persona di rara gentilezza e simpatia.
E poi ho vagabondato tra gli stand; ho visto libri, colori e tante cose meravigliose. Il Salone è un posto immenso e non sai davvero dove girarti. Vorresti guardare e toccare tutto. Ho trascorso momenti memorabili dalle parti di Libraccio, nella sezione dei libri rari e introvabili, davanti ad alcune teche dalle quali ho portato via un ricordino niente male, un cimelio, uno Steinbeck che fa venire i brividi a guardarlo e a toccarlo.
Sto ancora cercando di riordinare le foto e le idee. Perché il Salone del Libro è un delirio: ti ci perdi e ti senti felice, e quando poi ne esci, confuso per la gioia e la stanchezza, colmo di sollievo e nostalgia insieme, hai testa e cuore increduli e grati che tanta bellezza possa esistere.
E allora grazie infinite alla mia casa editrice, che mi ha dato la possibilità di vivere questa esperienza, e come sempre grazie a Matteo, che mi ha accompagnato e ha vissuto con me queste emozioni indimenticabili.
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