Lungo l’argine

Lungo l’argine
siamo tornati a giocare a nascondino

come una volta quando eravamo bambini
e mi portavi vicino a un albero
e mi chiudevi gli occhi posandoci le mani
e poi fuggivi leggiadra e ridente,
ed io non riuscivo più a muovermi
scosso dai brividi del tuo tocco delicato.

Anche ora ti sei nascosta come una volta
dentro il canneto, nido e dimora dei cigni.

Il cigno va tra le acque del lago
naviga delicatamente posato
avanti e indietro, vicino alla riva e al largo
va e viene
e pizzica qua e là
porta via sempre qualcosa
e infine sempre s’allontana:
preferisce il canneto per la notte.

Lungo l’argine
siamo tornati a giocare a nascondino.

È stata tua l’idea
l’idea bizzarra di tornare qui
qui prima di salutarci.
Io non volevo,
oh, no,
io non volevo rivedere questo posto

perché l’ho relegato lì,
il mio sentimento.

L’ho lasciato lì
lungo l’argine dell’anima.

Menzione d’Onore al Concorso Letterario Nazionale
“Poesie d’Amore” (Torino 2016, VII edizione)

Premio Finalista al Concorso Letterario Nazionale
“Giuseppe Gioachino Belli” (Roma 2016, XXVIII edizione)

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