Il manoscritto di Stefania Convalle

Una foto del romanzo "Il manoscritto" di Stefania Convalle.
Il manoscritto di Stefania Convalle.

Da quando ho iniziato a seguire su Facebook la pagina di Edizioni Convalle – fondata e guidata dalla scrittrice Stefania Convalle – ho avuto l’impressione di trovarmi di fronte a una realtà giovane ed estremamente vivace, piena di autori motivati dall’amore per la scrittura e dalla voglia di creare un gruppo. Quando poi è uscito il nuovo romanzo di Stefania, Il manoscritto, ho deciso di acquistarlo, incuriosita dalla trama ma spinta anche dal desiderio di avvicinarmi al mondo interiore di questa donna così energica e propositiva.

Adesso, a lettura conclusa, voglio parlare un pochino di ciò che ho trovato tra le pagine di questo romanzo.

Il manoscritto, tanto per cominciare, è una storia di rinascita e di redenzione. Al plurale, in realtà, perché sono ben tre i personaggi che, incrociando i propri cammini in un momento di difficoltà, trovano uno nell’altro l’occasione di un percorso interiore essenziale per voltare pagina e ricominciare a vivere.

Il manoscritto è una storia che si legge – si fa leggere, si lascia leggere. A questo concorrono la scrittura di Stefania Convalle – concisa ma sempre pregnante di sentimenti (insomma, poche parole, ma quelle giuste) – e diverse scelte felici: la narrazione in prima persona, che consente di immedesimarsi nei protagonisti fin dall’inizio; l’alternanza dei punti di vista, che coinvolge il lettore nelle storie, soprattutto interiori, di più personaggi; la presenza di piccoli misteri sapientemente gestiti, che spingono avanti le pagine rendendoci sempre più curiosi di sapere.

Sullo sfondo una città, Trieste, dalle tante sfaccettature: romantica e malinconica, fresca e antica, capace di scombinare gli animi ma anchedi rimettervi ordine. In questo senso, nella vicenda personale di Emilia – la protagonista femminile – giocherà un ruolo di primo piano un’anziana signora: è la vecchina della porta accanto, amica sincera, dolce confidente e, soprattutto, prezioso tesoro di saggezza. Una scelta interessante, quella di Stefania Convalle, che in un romanzo dove i protagonisti hanno perso la strada propone come punto fermo – come unico punto fermo! – proprio questa cara vecchietta, mostrando così di attribuire all’esperienza dei nostri anziani un valore essenziale, imprescindibile (cosa che le rende decisamente onore).

E ci tengo a dirlo, perché sì, sono convinta che un libro ci riveli sempre molto del suo autore. E allora mi viene spontaneo concludere con un ritratto della stessa scrittrice, tracciato sulla base dei messaggi che lei ha voluto consegnare a questo bel romanzo: Stefania Convalle è una persona generosa, piena di sentimento, amante degli animali; Stefania Convalle sostiene – come pochi fanno oggi – l’importanza del vero talento nell’arte e nella letteratura; e, ancora, Stefania Convalle è convinta che ogni persona nella propria vita meriti una seconda possibilità – e che, soprattutto, siamo noi stessi a dovercela concedere per primi.

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