Niente di nuovo sul fronte occidentale è un libro innocente e terribile

La mia edizione di Niente di nuovo sul fronte occidentale. 
Foto scattata nell'inverno 2023.
La mia edizione di Niente di nuovo sul fronte occidentale.
Foto scattata nell’inverno 2023.

Innocente e terribile.
Le prime parole che mi sono venute in mente, dopo solo poche pagine, sono proprio queste, e sono le stesse che continuano a girarmi in testa a lettura conclusa ormai da diversi giorni.
La verità è che io di un libro così, di un libro, cioè, che racconta la guerra di trincea attraverso lo sguardo di ragazzi giovanissimi, di un libro che racconta il sacrificio di una generazione spezzata, ecco, io di un libro così non so nemmeno cosa dire.
Vorrei riportare qui sotto citazioni su citazioni, ma non avrebbe alcun senso: Niente di nuovo sul fronte occidentale deve essere letto. Bisogna lasciarsi travolgere dalle pugnalate inferte dalle parole di Remarque; bisogna girarsi e rigirarsi in testa quelle scene così vivide, così devastanti; bisogna aprire gli occhi, subire l’impatto e lasciarsi riempire dall’orrore.

Questo libro è fango, dolore, disperazione, innocenza, urla, cameratismo, lacrime, rabbia, terrore, tenerezza, impotenza, rassegnazione, ingiustizia, speranza, attesa spasmodica, amicizia, sangue, nostalgia, commozione.  
È un libro innocente e terribile.
È un libro innocente.
È un libro terribile.
È un libro imprescindibile.

“Avevamo diciott’anni, e cominciavamo ad amare il mondo e l’esistenza: ci hanno costretti a spararle contro.”

“Le nostre mani sono terra, i nostri corpi fango, i nostri occhi pozzanghere di pioggia. Non sappiamo quasi se siamo ancora vivi.”

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