“Così continuiamo a remare, barche contro corrente, risospinti senza posa nel passato.”
Storia del nuovo cognome ![]()
L'amica geniale ![]()
Una questione privata
Il dubbio di un amore non corrisposto e il bisogno disperato di una verità conduce Milton, il giovane protagonista di questo libro, a una ricerca tutta personale che si incastra tra le manovre e le azioni della sua vita di partigiano: è così che una questione privata, una cosa di nessuna rilevanza rispetto alla situazione sconvolgente che le fa da contesto, acquista un’importanza vitale – ed è impossibile, allora, non riflettere sul rapporto tra individuale e collettivo, come è impossibile non apprezzare la struttura geniale del romanzo, in cui ricerca produce altra ricerca e altra ricerca ancora, sullo sfondo di un’ambientazione – quella delle Langhe – che sembra parlare, con la nebbia e il fango come grandi protagonisti, grazie anche al linguaggio puntuale, perfetto, in grado di colpire nel profondo.
Picnic a Hanging Rock
Il mistery di Joan Lindsay, che ruota attorno alla scomparsa di tre studentesse e di un’insegnante di un prestigioso collegio vittoriano sul gruppo roccioso Hanging Rock (Australia) nel 1900, mi ha lasciato perplessa quanto sorpresa: mentre la trama non è riuscita a coinvolgermi sul serio (mi è sembrata perdere un po’ il focus dopo la metà, dilungandosi sulle vicende dei personaggi secondari che hanno, alla fin fine, poco a che fare con l’accaduto), ho trovato piuttosto intrigante la compresenza di idilliaco e perturbante in molti elementi (naturali e non) e soprattutto ho apprezzato lo stile, che con continue punte di humor smorza il carattere sinistro, inquietante e mistico della vicenda, creando effetti di contrasto molto originali.
Festa mobile
La Parigi di Hemingway è intima, avvolgente e intensa come queste pagine sono vivide, nostalgiche, autentiche, fluttuanti. Festa mobile è un libro pieno di vita e di malinconia insieme. Tracimante di amore per l’arte, per la scrittura, per un luogo che è un pezzo di giovinezza. Tracimante di voglia di vivere, e di amare, e di scrivere. È un’auto-incursione intima, dolce, in qualche modo sconvolgente. Un documento imperfetto ma ineguagliabile di un pezzo di vita. Un tributo puro e autentico all’importanza della memoria, che all’ultima pagina mi ha travolto in tutta la sua portata, e mi ha commossa nel profondo.
[Di Festa mobile ho parlato qui]
L'Arminuta ![]()
Ambientato nell’Abruzzo degli anni Settanta, L’Arminuta è una storia che parla di adattamento, di solitudine, di rapporto(i) madre-figlia e di appartenenza.
Ho apprezzato molto il modo in cui la sensibilità di Donatella Di Pietrantonio emerge anche attraverso uno stile asciutto, a tratti aspro; in merito alla trama, invece, è il legame che si crea tra la protagonista e la sorella minore Adriana – quest’ultimo il personaggio meglio scritto, il più vivido, il più in grado di fare breccia – l’aspetto che mi ha coinvolto maggiormente.
La ragazza della palude
Un romanzo di formazione – ma anche, in misura minore, un giallo – ambientato nel secondo Novecento nelle paludi costiere della Carolina del Nord, dove la giovanissima Kya, abbandonata dai suoi cari, diventa protagonista di una storia che parla di solitudine, di sopravvivenza e del concetto di famiglia.
Rispetto alla trama e alla caratterizzazione dei personaggi è un libro non privo di difetti – in certi momenti ho pensato che Owens non avesse chiari i suoi stessi intenti – ma le descrizioni della palude, della relativa vegetazione e della vita animale al suo interno, come anche quelle del mare e della fauna marina, sono magnifiche, vivide, piene di colore e di atmosfera, e ho trovato magnifico, soprattutto, il modo in cui l’autrice tratta il rapporto di comunione tra la protagonista e la natura.
L'edera
Breve e assai intenso questo romanzo che Grazia Deledda costruisce sullo sfondo di un duplice decadimento – della nobiltà sarda e della società del paese di Barunèi all’inizio del XX secolo – rendendo la tragica vicenda di Annesa punto di partenza per una riflessione su devozione e attaccamento e per un’indagine sulle idee di colpa e di peccato, misurando la distanza tra pentimento ed espiazione ed esplorando il rapporto tra religione e fede, mentre il paesaggio sembra parlare e il suo sentimento compenetrarsi con gli stati interiori dei personaggi, in un gioco di simbologie continuo e potente e in una fusione quasi mistica tra scrittura e natura.
[De L’edera ho condiviso diversi estratti qui]