Mal di pietre Milena Agus

Sardegna, Novecento. La narratrice, nipote, racconta la storia di sua nonna, donna piena di passione e di immaginazione, completamente fuori dai canoni e quindi poco compresa e accettata dalla società dell’epoca.

Particolare la struttura a salti temporali e coinvolgenti i temi trattati, mentre alcune parti di carattere erotico e linguaggio sboccato mi sono sembrate poco consone al tono generale.

Condividi:

Scacco di torre per l'ispettore Ovvius Tatiana Vanini

La storia, curioso amalgama di giallo e fantasy, ruota attorno a un omicidio del tipo “della camera chiusa” e l’indagine si configura come una partita a scacchi nella quale il protagonista Ovvius, bizzarro e acuto investigatore, dovrà muoversi tra numerosi sospettati in diverse situazioni dagli sviluppi imprevedibili.

La stravaganza dei personaggi è ben resa attraverso i nomi ironici, le descrizioni fisiche accurate, i dialoghi divertenti e, soprattutto, l’indagine sul loro passato. Sotto quest’ultimo aspetto Scacco di torre è piuttosto intrigante: il passato (o il presente) di ognuno di loro porta con sé un segreto che ne rende perfettamente plausibile la colpevolezza.

La scrittura è scorrevole, mentre stile e linguaggio possiedono un leggero gusto rétro che ho trovato perfetto per l’ambientazione.

Condividi:

A nord del destino Stefania Convalle

In questo libro, dove fanno da leitmotiv le verità celate e le parti di noi che restano nascoste anche alle persone che più amiamo, la Convalle sfiora il tema della coscienza e lo lega a quello dell’amicizia e della famiglia.

La cifra dell’autrice è riconoscibile dall’inizio alla fine: una scrittura concreta ma allo stesso tempo piena di sentimento, una delicata malinconia di fondo, il ruolo del destino che con costanza interviene a rimestare le carte e, soprattutto, personaggi mai statici, bensì colti in un realistico fluttuare tra passato, presente e futuro, fluidi e sempre in grado di stupire.

Condividi:

Padre padrone Gavino Ledda

L’autobiografia di una pastorizia forzata che deve fare i conti con le inclinazioni di un animo libero diventa storia di un’emancipazione familiare, intellettuale e culturale.

Mi è piaciuto tantissimo: il rapporto arcano con la natura e la campagna (da un silenzio che intimorisce alla rivelazione di un linguaggio intimo e animato), la lotta contro i pregiudizi e l’immobilità degli antenati, il valore incalcolabile dell’istruzione e, soprattutto, un’emancipazione che non rinnega l’amore per la propria terra d’origine.

Bellissime le metafore e le immagini create sulla natura o con elementi della natura; ammirevole e commovente la forza di volontà del piccolo Gavino; straordinario il messaggio sul potere dell’arte e della cultura di renderci liberi.

Condividi:

L'evento Annie Ernaux

Il racconto autobiografico di un aborto clandestino in Francia nel 1963.

Una narrazione lucida, sincera, coraggiosa, e una scrittura asciutta, cruda, a volte persino gelida, agghiacciante come le sensazioni che trasmette.
È un pugno nello stomaco, terribile e necessario, e la lettura della Bergamasco, profonda e sofferta, l’impatto me l’ha fatto sentire tutto. A tratti, mentre ascoltavo, smettevo di respirare. A tratti dovevo fermarmi e interrompere qualsiasi cosa stessi facendo.

“E forse il vero scopo della mia vita è soltanto questo: che il mio corpo, le mie sensazioni e i miei pensieri diventino scrittura, qualcosa di intellegibile e di generale, la mia esistenza completamente dissolta nella testa e nella vita degli altri.” 

Condividi:

Niente di nuovo sul fronte occidentale Erich Maria Remarque

Questo libro è fango, dolore, disperazione, innocenza, urla, cameratismo, lacrime, rabbia, terrore, tenerezza, impotenza, rassegnazione, ingiustizia, speranza, attesa spasmodica, amicizia, sangue, nostalgia, commozione.  

È un libro innocente e terribile.
È un libro innocente.
È un libro terribile.
È un libro imprescindibile.

[Di Niente di nuovo sul fronte occidentale ho parlato qui]

Condividi:

La storia più dolce Federica Buonocore

Il primo romanzo di Federica Buonocore ci trasporta ad Atrani, borgo della Costiera Amalfitana, nel 1970: ci troviamo i Cretella, una storica famiglia di pasticcieri, ci troviamo Matteo, pasticciere geloso delle proprie ricette, e ci troviamo Gennarino, un giovanissimo dipendente in grado di intenerirci.
Il pasticciotto, dolce tipico atranese, è al centro di una storia che ha tra i punti di forza i personaggi simpatici e chiassosi, i dialoghi credibili e, soprattutto, la delicatezza con cui approccia il rapporto padre-figlio e i sentimenti dell’animo tenero di un ragazzino.
Una storia fresca, leggera, perfetta per tirare il fiato e in grado di strappare tanti sorrisi.

Condividi:

Factfulness Hans Rosling, con Ola Rosling e Anna Rosling Rönnlund

Un libro illuminante, che in modo semplice e con linguaggio chiaro mette nero su bianco la realtà, insegnandoci ad analizzarla e a comprenderla attraverso due strumenti imprescindibili, i dati e il pensiero critico: sono strumenti che possediamo ma dei quali la maggior parte di noi non sa come appropriarsi a pieno; strumenti, soprattutto, di cui occorre capire l’importanza, perché per cambiare il mondo è necessario conoscerlo davvero, nei suoi problemi ma anche nei suoi progressi, che sono più di quanti potremmo aspettarci.

Voltata l’ultima pagina, ho riflettuto su come Factfulness sia anche il documento del lavoro di una vita e di una missione nobile, e non posso fare a meno di ammirare gli autori, persone che hanno realmente provato, e stanno provando, a cambiare le cose.

Condividi:

Cavalli selvaggi Cormac McCarthy

La ricerca di un posto nel mondo da parte del giovane John Grady Cole, il suo viaggio a cavallo dal Texas al Messico, le esperienze con l’amicizia, la cattiveria, l’amore, l’ingiustizia, l’arroganza dei potenti, il dolore: Cavalli selvaggi è un vero e proprio romanzo di formazione, ma le atmosfere e le ambientazioni tutte western gli conferiscono un respiro raro, arcano, e il risultato è maestoso.
È un viaggio per le strade dello spazio e del tempo, è la ricerca di se stessi nella ricerca di un passato mitico, è il contatto con la propria identità nel contatto con la natura aspra e solitaria, sperduta e bellissima, onnipresente e selvaggia.
E selvaggio è anche il fascino di questo romanzo: una visione cupa, spesso desolata, del genere umano accordata a descrizioni di un lirismo intenso, a paesaggi che sembrano di mondi primordiali, a immagini di poesia pura.
C’è un mistero potente che sembra pervadere ogni pagina, un mistero che non riuscivo e non volevo sondare ma che ha coinvolto ogni fibra di me: è lo stesso mistero che mi è rimasto addosso nelle vesti di un’emozione confusa, stupefatta, di una commozione inafferrabile e profonda.

[Di Cavalli selvaggi ho parlato qui e qui]

Condividi: