La stella del deserto Michael Connelly

Adoro leggere thriller nei mesi freddi, tanto più se si tratta dei thriller di Michael Connelly. 

Tra i punti di forza de La stella del deserto il ritmo serrato e, come di consueto, i dialoghi coinvolgenti, diretti, essenziali, in grado di rivelare moltissimo delle personalità dei personaggi con poche parole. A questo proposito, e nonostante il suo punto di vista si alterni con quello di Renée Ballard, è decisamente Bosch il grande protagonista: come sempre ci appassiona, ci tiene col fiato sospeso, ci fa riflettere, ci intenerisce e in questo caso, soprattutto se siamo affezionati a lui, ci fa anche commuovere.

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Sulle tracce di Lucifero Tiziana Mazza

Una giovane e frizzante designer inglese trasferitasi a Como, il rapimento del suo gattino e l’incontro con un simpatico Sovrintendente di Polizia sono gli ingredienti da cui prende le mosse il fresco romanzo d’esordio di Tiziana Mazza, un giallo-rosa ambientato nel Triangolo Lariano.

È una storia leggera e al contempo piena di energia, in grado di regalare momenti di grande spensieratezza, ai quali contribuiscono l’intreccio vivace, il continuo punzecchiarsi tra i due protagonisti e, soprattutto, il brio dei dialoghi (realistici anche per l’uso del dialetto locale e del lessico inglese che si mescolano all’italiano).

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La camera azzurra Georges Simenon

Una passione extraconiugale, un crimine e molto di più.

Mi è piaciuta tanto l’idea della struttura: è una storia che si muove tra interrogatori e ricordi, tra presente e passato attraverso l’unico punto di vista del protagonista, il cui carattere viene a delinearsi a poco a poco, tassello dopo tassello, assieme all’accaduto.
Molto belli i dialoghi, e davvero ben riuscita la rappresentazione del taedium vitae.

Tuttavia, purtroppo, né la storia né i personaggi mi hanno coinvolto, lasciandomi al contrario piuttosto tiepida.

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I tunnel di Oxilla Silvana Da Roit

Nel suo romanzo d’esordio, Silvana Da Roit unisce l’elemento storico a quello della formazione e a un pizzico di mistery.
L’antico borgo medioevale di Domodossola è teatro di due vicende – una ambientata nei primi anni Sessanta, l’altra a fine Seicento – unite da un vecchio diario e incentrate sulla scoperta di una rete di tunnel sotterranei.

La penna pregevolissima dell’autrice sembra sfiorare con delicatezza i due protagonisti, Marco e Joanna Francisca, mentre gli studi documentari e la cura dell’ambientazione – il lavoro sul lessico, peraltro, è notevole – denotano un grande amore per la propria terra e per le storie a essa legate.

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Le ore più buie Michael Connelly

La scrittura di Connelly è una delle migliori che io conosca. È diretta, dinamica, sapiente. Con poche parole ti porta per le strade di Los Angeles, nella casetta di Bosch, sulle onde con Ballard e, naturalmente, ti cattura nel dipanarsi di casi che non vedi l’ora di sciogliere con la lettura.   
Credo non riuscirò mai a spiegare quanto mi affascini.

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Il regno corrotto Leigh Bardugo

Dopo la bella prova della trilogia Grisha, Leigh Bardugo affina la penna e nella dilogia formata da Sei di corvi e da Il regno corrotto punta in alto a livello di intreccio e, soprattutto, nella costruzione dei personaggi: Kaz, Inej, Jesper, Wylan, Matthias e Nina sono raccontati a tutto tondo e i loro moti d’animo – così veri, così profondi – mi hanno tenuto inchiodata alle pagine come non mi accadeva da tempo. 
Il magnifico lavoro sull’ambientazione, gli ottimi dialoghi e l’innegabile capacità di gestire l’elemento sentimentale (peraltro mai banale, mai melenso) si uniscono a una scrittura precisa, matura, bellissima.
Non vedo l’ora di leggere altro di lei!

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Memorie di Adriano Marguerite Yourcenar

Un’impresa eccezionale, frutto di lavoro appassionato e travagliato, è quella concepita e realizzata da Marguerite Yourcenar, che riporta in vita il pensiero di un uomo, la complessità e l’iridescenza dei moti del suo spirito e, insieme, un’epoca che riusciamo a sentire attraverso uno sguardo di singolare spessore.

Cos’è, dunque, Memorie di Adriano? È capolavoro raffinato e delicato; è prosa in cui sconfina incessante la poesia; è, soprattutto, testimonianza e celebrazione delle altezze che l’uomo può raggiungere in quanto essere e pensiero, spirito e passione; è, semplicemente, documento prezioso e prova purissima del valore immenso dell’arte e della letteratura.

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Benedizione Kent Haruf

Il terzo libro della Trilogia della pianura, e il primo che leggo di Kent Haruf.

Ambientato a Holt, immaginaria piccola città del Colorado, Benedizione racconta la vita semplice e meravigliosa di persone comuni e i loro sentimenti – il bisogno d’amore, il rimpianto e la dignità sono i temi dominanti – con una scrittura pacata, toccante, e con un’umanità rarissima.

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Espiazione Ian McEwan

Inghilterra, 1935. Briony, la tredicenne protagonista, per pochi minuti si trova tra le mani il futuro di alcuni adulti e lo distrugge.

Una storia complessa, multistrutturata, che mette in campo personaggi veri e tormentati attraverso una scrittura bellissima, dettagliata nelle descrizioni e densa nello scavo del pensiero, e che comprendiamo a pieno solo sul finale, potente e spiazzante come il sentimento dolce-amaro che lascia addosso e che sembra scavare dentro.

Magnifico lo sviluppo dell’elemento cromatico nella prima parte, come le riflessioni che ruotano attorno al concetto di scrittura.

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Indomabili onde Paola Kovalsky

La Rivoluzione cubana e la Rivoluzione interiore di Claudia, giovane italiana protagonista del romanzo, si uniscono in pagine vertiginose e appassionate in cui si parla di moralità, giustizia, consumismo, coscienza politica, diritti e libertà e in cui si susseguono senza tregua emozioni travolgenti di amore e gioia, rabbia e dolore, nostalgia e rimpianto. 

Una grande capacità descrittiva per luoghi e personaggi – Che Guevara e Camilo Cienfuegos sembra davvero di averli davanti – si unisce a un uso sapiente del linguaggio nel creare immagini e atmosfere. Una scrittura piena di energia, che scorre e trascina come un fiume in piena.

[Di Indomabili onde ho parlato qui]

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