L'Arminuta Donatella Di Pietrantonio

Ambientato nell’Abruzzo degli anni Settanta, L’Arminuta è una storia che parla di adattamento, di solitudine, di rapporto(i) madre-figlia e di appartenenza.

Ho apprezzato molto il modo in cui la sensibilità di Donatella Di Pietrantonio emerge anche attraverso uno stile asciutto, a tratti aspro; in merito alla trama, invece, è il legame che si crea tra la protagonista e la sorella minore Adriana – quest’ultimo il personaggio meglio scritto, il più vivido, il più in grado di fare breccia – l’aspetto che mi ha coinvolto maggiormente.

Condividi:

La ragazza della palude Delia Owens

Un romanzo di formazione – ma anche, in misura minore, un giallo – ambientato nel secondo Novecento nelle paludi costiere della Carolina del Nord, dove la giovanissima Kya, abbandonata dai suoi cari, diventa protagonista di una storia che parla di solitudine, di sopravvivenza e del concetto di famiglia.

Rispetto alla trama e alla caratterizzazione dei personaggi è un libro non privo di difetti – in certi momenti ho pensato che Owens non avesse chiari i suoi stessi intenti – ma le descrizioni della palude, della relativa vegetazione e della vita animale al suo interno, come anche quelle del mare e della fauna marina, sono magnifiche, vivide, piene di colore e di atmosfera, e ho trovato magnifico, soprattutto, il modo in cui l’autrice tratta il rapporto di comunione tra la protagonista e la natura.

Condividi:

L'edera Grazia Deledda

Breve e assai intenso questo romanzo che Grazia Deledda costruisce sullo sfondo di un duplice decadimento – della nobiltà sarda e della società del paese di Barunèi all’inizio del XX secolo – rendendo la tragica vicenda di Annesa punto di partenza per una riflessione su devozione e attaccamento e per un’indagine sulle idee di colpa e di peccato, misurando la distanza tra pentimento ed espiazione ed esplorando il rapporto tra religione e fede, mentre il paesaggio sembra parlare e il suo sentimento compenetrarsi con gli stati interiori dei personaggi, in un gioco di simbologie continuo e potente e in una fusione quasi mistica tra scrittura e natura.

[De L’edera ho condiviso diversi estratti qui]

Condividi:

Una calda tazza di caffè americano Stefania Convalle

Le riflessioni e le emozioni di una donna che si mette a nudo, un viaggio dall’Italia agli Stati Uniti, personaggi intensi e un finale potente sono gli ingredienti principali di questo lavoro sperimentale, semplice e profondo al contempo, che inizia come un diario per poi farsi romanzo breve, riuscendo a mettere in scena in poche pagine molti dei sentimenti, dei timori e delle gioie che toccano la vita di un essere umano, e conquistandoci anche e soprattutto per il ruolo suggestivo dell’elemento spirituale. Che bello leggere Stefania Convalle!

Condividi:

Ho contato fino a cento Silvana Da Roit

Un romanzo intenso, sincero, a tratti davvero duro, in cui una ragazzina si racconta – e ci racconta – la sua infanzia e la sua solitudine, in un tentativo consapevole di guarire da ferite recenti e profonde.
Semplice, diretto e coinvolgente, Ho contato fino a cento riesce a commuovere e a strappare sorrisi, arrivando dritto al cuore grazie alla voce della sua protagonista, alla quale è impossibile non voler bene fin dalla prima pagina.

Condividi:

Ninfee nere Michel Bussi

Tre storie femminili si intrecciano e si incastrano attorno a un omicidio a Giverny – il comune francese noto grazie ai dipinti di Monet – in un racconto giallo che ha suscitato in me sensazioni contrastanti: l’ambientazione affascinante e suggestiva mi ha conquistata completamente, ma i personaggi mi hanno coinvolto poco, ho trovato molti eventi improbabili e diversi dialoghi tutt’altro che credibili. La storia, comunque, mi ha intrattenuta bene, e a tratti mi ha decisamente incuriosita.
Il problema vero, però, è il colpo di scena che precede il finale – colpo di scena che in un primo tempo mi ha sorpreso, salvo poi lasciarmi addosso un senso di irritazione: l’impressione che l’autore abbia giocato sporco facendo di tutto per depistare e fregare il lettore ha rovinato l’ammirazione che avrei provato in circostanze diverse per l’obiettiva originalità dell’idea di fondo.

Condividi:

It Stephen King

Il miglior libro sull’infanzia che abbia mai letto.

E il libro che mi ha ricordato, anche, perché abbiamo bisogno delle grandi storie – perché abbiamo bisogno delle storie – e cosa è in grado di fare questo mondo meraviglioso che si chiama scrittura.

Grazie, Stephen King.

Condividi:

Frontiera Francesco Costa

Una raccolta di storie, aneddoti, riflessioni e curiosità sugli Stati Uniti raggruppati in cinque sezioni, ognuna delle quali con un titolo-guida che ne rappresenta il macro-argomento: abbondanza, ingenuità, identità, violenza e frontiera.
Una lettura scorrevole che informa, coinvolge e intrattiene, e che forse ho apprezzato maggiormente nelle parti più lunghe, dove emergono le grandi capacità di Costa di raccontare e di argomentare.

Condividi: