Clara legge Proust Stéphane Carlier

Una giovane ragazza comincia per caso a leggere la Recherche, senza sapere che l’incontro con Proust le aprirà nuove prospettive e arriverà a cambiarle la vita.

Ho ascoltato Clara legge Proust in vista della mia prossima impresa letteraria (!), ed è stata un’ottima idea: Carlier ha scritto un libro leggero, garbato e molto intelligente, con cui riesce a strappare sorrisi e nel frattempo a dare un’idea, tra una pagina e l’altra, del genio letterario di Proust e dell’universalità del suo capolavoro.

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Principianti Raymond Carver

Ho letto i racconti affiancandoli alla versione rimaneggiata, Di cosa parliamo quando parliamo d’amore, e sono rimasta sconvolta per l’entità degli interventi – leggasi tagli – operati dall’editor Lish.
Nella maggior parte dei casi, i racconti della versione rimaneggiata non hanno niente a che vedere con quelli di Principianti, che sono indubbiamente e assolutamente superiori per spirito e profondità.
La distanza tra i racconti originali e quelli rimaneggiati mi ha lasciato davvero senza parole.

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Di cosa parliamo quando parliamo d'amore Raymond Carver

Ho letto i racconti affiancandoli alla versione originale, Principianti, e sono rimasta sconvolta per l’entità dei rimaneggiamenti – leggasi tagli – operati dall’editor Lish.
Nella maggior parte dei casi, i racconti di questa versione non hanno niente a che vedere con quelli originali, che sono indubbiamente e assolutamente superiori per spirito e profondità.
La distanza tra i racconti originali e quelli rimaneggiati mi ha lasciato davvero senza parole.

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Il Canto degli Eroi Dimenticati: La Giustizia dei Lupi Alice von Tannenberg

Congetture di fronte a un camino acceso, paludi inospitali, gelate invernali, lande di nessuno, battaglie nella pioggia, veglie a una finestra, nomi mancanti in un albero genealogico, tonfo di zoccoli sul candore della neve, abitazioni ricavate nella natura della foresta, rapimenti, forti incendiati e tanto altro ancora: bello, bello, bello questo secondo volume di Il Canto degli Eroi Dimenticati, in cui l’autrice indaga con spiccata abilità sulla relazione tra onore e amore e sul continuo impatto del passato sul presente, distinguendosi, con la sua scrittura pulita, precisa ed evocativa, soprattutto per la cura dell’ambientazione e per il focus sugli stati d’animo dei personaggi.

Il libro è scritto così bene da essere riuscito a trasportarmi tra le atmosfere nibelungiche anche mentre leggevo in spiaggia (!), e un plauso va anche all’edizione, provvista di mappe, alberi genealogici, indice dei personaggi e glossario. Non vedo l’ora di leggere il terzo volume!

“Se alcuni dimenticano troppo in fretta, per altri il passato pesa come un macigno.”

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Passavamo sulla terra leggeri Sergio Atzeni

Non ho parole per raccontare cos’è davvero questo libro, né per esprimere la mia gratitudine nei confronti di Sergio Atzeni. Ci ha donato un racconto ispiratissimo, intessuto di poesia che sembra fluire direttamente dal tempo, fuori da ogni canone e intanto amalgama di magia e realtà, energia e malinconia, un fiume in piena che scorre tra storia e fiaba, stravolgendo qualsiasi confine con la forza dello spirito sardo.

Grazie, grazie per avermi fatto sentire con un libro tutta la fierezza e tutta l’emozione di appartenere a questo popolo, a questa terra, a questa isola arcana e meravigliosa.

“Chiamavamo noi stessi s’ard, che nell’antica lingua significa danzatori delle stelle.”

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L'isola misteriosa Jules Verne

Un’avventura di sopravvivenza e ingegno; un gruppo di naufraghi che diventano coloni; un’isola ignota del Pacifico che pian piano impariamo a conoscere fino al suo mistero più nascosto: così Verne intesse una storia che mette in primo piano i valori della fiducia, della cooperazione e della pazienza, la capacità inventiva dell’uomo, l’utilizzo sapiente delle risorse e delle conoscenze a disposizione, la buona volontà accompagnata dalla fede nella Provvidenza.

Per me è stato anche, senza dubbio, il libro giusto al momento giusto: mi ha intrattenuta, affascinata, rilassata e divertita, mentre mi affezionavo ai suoi simpaticissimi personaggi.
Che bello aver finalmente scoperto Verne!

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Le correzioni Jonathan Franzen

Era da tanto che un romanzo non mi metteva così in difficoltà: nella lettura alternavo picchi di estrema ammirazione per Franzen – il modo in cui i personaggi si muovono all’interno di dinamiche familiari, condizionandole ed essendone condizionati, è raccontato superbamente – ad altri di noia assoluta mista a frustrazione davanti a una storia che per la gran parte non riusciva a coinvolgermi né a emozionarmi, pur avendone tutti i presupposti.

A smorzare il mio interesse è stato probabilmente lo stile, che ho trovato verboso e pretenzioso sia nel suo generale manierismo, sia nella sovrabbondanza di nomi di aziende, società e marche (anche di oggetti di uso quotidiano), cosa che mi costringeva a fermarmi di continuo per ricorrere a internet (lo stesso problema si è presentato, anche se in modo diverso, nelle parti con tecnicismi finanziari e della chimica). L’ho poi trovato dispersivo negli eventi (troppe cose inutili), ed esagerato e grottesco – rispetto all’intento, s’intende – in alcuni sviluppi e situazioni (per dirne una, c’era davvero bisogno della parte su Chip e la Lituania?), senza contare l’incapacità dei personaggi di suscitare il mio interesse o di trasmettermi alcunché.

Insomma, la potenza dell’idea di fondo per me si è persa in tutto questo, e quella che poteva essere una lettura grandiosa mi ha lasciato solo un senso di fastidio, di antipatia e di rifiuto.

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