“La luna piena brillava gialla sulle sabbie mobili man mano che si avvicinava a esse; vedeva la distesa luminosa che tremava e si agitava […] E quando avanzava verso di essa, un’altra figura faceva lo stesso dall’altra parte con passi simmetrici. Vedeva che l’altro era la sua immagine, il suo stesso essere […]”
Stoner
Lamento di Portnoy ![]()
Orbital
Orbital non è una lettura semplice. Scivolare in silenzio attraverso i fusi orari sulla stazione spaziale mentre scivoliamo attraverso sei sguardi – quelli di quattro astronauti e di due cosmonauti – richiede una dose di concentrazione non indifferente, perché si lega alla disponibilità a dedicare al libro un tempo assoluto, totale, che consenta un’immersione completa.
Non perché Orbital contenga particolari riflessioni o innovazioni concettuali, ma per il cambio di prospettiva in cui ci proietta; perché, se si riesce a entrare nel libro, la sensazione è davvero quella di orbitare sedici volte attorno alla Terra nel giro di ventiquattro ore.
[Di Orbital ho parlato qui]
Clara legge Proust ![]()
Una giovane ragazza comincia per caso a leggere la Recherche, senza sapere che l’incontro con Proust le aprirà nuove prospettive e arriverà a cambiarle la vita.
Ho ascoltato Clara legge Proust in vista della mia prossima impresa letteraria (!), ed è stata un’ottima idea: Carlier ha scritto un libro leggero, garbato e molto intelligente, con cui riesce a strappare sorrisi e nel frattempo a dare un’idea, tra una pagina e l’altra, del genio letterario di Proust e dell’universalità del suo capolavoro.
Annie John
Il passaggio dall’infanzia all’adolescenza di una giovane sull’isola di Antigua, nei Caraibi, raccontato da una penna decisamente abile, diretta e al contempo sospesa, che riesce a condensare in poco più di cento pagine – e con estrema efficacia – temi come il contrasto tra scienza e superstizione, l’omosessualità, l’attaccamento alle radici e insieme il desiderio di fuga (a riflesso dello scontro tra culture), ma soprattutto il rapporto madre-figlia e la depressione (rispetto a questi ultimi ci sono passaggi che danno i brividi).
È un libro fatto di suggestioni quanto di immagini nitide, con una protagonista brillante, ambiziosa e ribelle, che racconta sé stessa senza veli. Mi ha colpito molto.
Principianti
Ho letto i racconti affiancandoli alla versione rimaneggiata, Di cosa parliamo quando parliamo d’amore, e sono rimasta sconvolta per l’entità degli interventi – leggasi tagli – operati dall’editor Lish.
Nella maggior parte dei casi, i racconti della versione rimaneggiata non hanno niente a che vedere con quelli di Principianti, che sono indubbiamente e assolutamente superiori per spirito e profondità.
La distanza tra i racconti originali e quelli rimaneggiati mi ha lasciato davvero senza parole.
Di cosa parliamo quando parliamo d'amore
Ho letto i racconti affiancandoli alla versione originale, Principianti, e sono rimasta sconvolta per l’entità dei rimaneggiamenti – leggasi tagli – operati dall’editor Lish.
Nella maggior parte dei casi, i racconti di questa versione non hanno niente a che vedere con quelli originali, che sono indubbiamente e assolutamente superiori per spirito e profondità.
La distanza tra i racconti originali e quelli rimaneggiati mi ha lasciato davvero senza parole.
Il Canto degli Eroi Dimenticati: La Giustizia dei Lupi
Congetture di fronte a un camino acceso, paludi inospitali, gelate invernali, lande di nessuno, battaglie nella pioggia, veglie a una finestra, nomi mancanti in un albero genealogico, tonfo di zoccoli sul candore della neve, abitazioni ricavate nella natura della foresta, rapimenti, forti incendiati e tanto altro ancora: bello, bello, bello questo secondo volume di Il Canto degli Eroi Dimenticati, in cui l’autrice indaga con spiccata abilità sulla relazione tra onore e amore e sul continuo impatto del passato sul presente, distinguendosi, con la sua scrittura pulita, precisa ed evocativa, soprattutto per la cura dell’ambientazione e per il focus sugli stati d’animo dei personaggi.
Il libro è scritto così bene da essere riuscito a trasportarmi tra le atmosfere nibelungiche anche mentre leggevo in spiaggia (!), e un plauso va anche all’edizione, provvista di mappe, alberi genealogici, indice dei personaggi e glossario. Non vedo l’ora di leggere il terzo volume!
“Se alcuni dimenticano troppo in fretta, per altri il passato pesa come un macigno.”
Passavamo sulla terra leggeri
Non ho parole per raccontare cos’è davvero questo libro, né per esprimere la mia gratitudine nei confronti di Sergio Atzeni. Ci ha donato un racconto ispiratissimo, intessuto di poesia che sembra fluire direttamente dal tempo, fuori da ogni canone e intanto amalgama di magia e realtà, energia e malinconia, un fiume in piena che scorre tra storia e fiaba, stravolgendo qualsiasi confine con la forza dello spirito sardo.
Grazie, grazie per avermi fatto sentire con un libro tutta la fierezza e tutta l’emozione di appartenere a questo popolo, a questa terra, a questa isola arcana e meravigliosa.
“Chiamavamo noi stessi s’ard, che nell’antica lingua significa danzatori delle stelle.”