✨ Tra le scene che ho amato di più scrivere ce n’è una che ha per protagonisti Ambra, Antonio e il cielo azzurro sulla campagna invernale.
Ho pensato di regalarvene un estratto qui, oggi, anche perché la scena è ambientata proprio a metà dicembre.
Spero tanto vi piaccia!
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[…] «Ho detto che devi poggiare la testa per terra.»
Lui si voltò confuso, chiedendosi come facesse Ambra a sapere in che modo si era disteso, visto che continuava a tenere gli occhi chiusi. Non commentò, ma decise di eseguire. Spostò le braccia e poggiò la testa direttamente sull’erba.
E a quel punto se ne rese conto: in tanti anni non si era mai steso sul terreno. Non davvero, non in maniera completa.
Si ritrovava dritto davanti al cielo. E c’era qualcosa… Qualcosa di troppo. Sentì la fronte aggrottarglisi e portò automaticamente le mani a coppa attorno agli occhi che gli si stringevano. A fianco a lui, la risata cristallina di Ambra.
«No, così non va. Così è troppo facile. Togli le mani lentamente e guarda cosa succede.»
Antonio eseguì. E allora gli sembrò che l’azzurro lo inondasse, dall’alto e dal basso, da destra e da sinistra, fino a invadere completamente il suo campo visivo. Cercò di tenere gli occhi aperti, quasi gli si mozzava il respiro.
Era tutto azzurro. Non vedeva altro, non c’era altro.
Luce e azzurro, azzurro e luce.
E all’improvviso, per qualche strano prodigio, i suoni della campagna lì attorno sembrarono amplificarsi. Il ruscello, la brezza, il fruscio tra gli alberi, i rumori tra le canne. Tutto. Ed era vero, quello che diceva Ambra: faceva girare la testa.
Sì, perché quello che aveva di fronte era molto più del bel cielo azzurro che ammirava di solito con i piedi saldamente piantati sul terreno. Era azzurro in un altro senso.
E poi no, non ce l’aveva di fronte.
Era come se, occupando la totalità del suo campo visivo, quel cielo selvaggio, immenso, non si fosse preso solo lo spazio tutt’intorno, ma fosse entrato dentro di lui. E gli entrava dentro con una forza, con un’intensità, con un’energia tale che il suo corpo non riusciva a contenerlo.
Ebbe l’impulso di chiudere gli occhi, poi si voltò e vide che Ambra li aveva riaperti e fissava il cielo. […]
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Chiudo la rubrica del 2023 con qualche ringraziamento.
Come sempre, grazie alla Edizioni Convalle per il sostegno costante al romanzo e per la possibilità che mi ha dato di prendere parte alle varie fiere – a Modena quest’anno è stato bellissimo!
Grazie alle librerie che continuano ad accogliere Mari Ermi, aiutandolo a raggiungere nuove strade. Un grazie gigantesco, in particolare, alla Libreria Chiara e Stefy di Bachisio Medde (Ghilarza), che ha mostrato un entusiasmo straordinario per il romanzo e mi ha aiutato con una generosità fuori dal comune.
Grazie a tutte le persone che in un modo o nell’altro mi hanno aiutato e mi stanno aiutando nella promozione.
Grazie infinite ai miei familiari e a Matteo, per quello che fate ogni giorno per me e il mio sogno.
E, naturalmente, un grazie immenso a tutti voi che avete dato e state dando fiducia a Mari Ermi – grazie a chi ha scelto o sceglierà di ragalarselo (o regalarlo), grazie a chi ne ha parlato e ne parla e in giro, grazie a chi l’ha recensito sui social network o nelle librerie online: è un aiuto enorme per me.
È passato un anno e mezzo dalla pubblicazione di Mari Ermi – un anno e mezzo! – ed è bellissimo vedere ancora un simile riscontro dopo tutto questo tempo. Non riuscirò mai a esprimere la mia gratitudine nei vostri confronti, ma spero di farlo al più presto regalandovi un nuovo romanzo.
Un caro augurio di Buon Natale e Buone Feste a tutti! 🎄
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