La campagna inglese è uno degli scenari più affascinanti di sempre: spazi aperti, prati vasti, alberi verdi e deliziosi villaggi rustici sotto un cielo mutevole e suggestivo. In Downton Abbey, tutto questo si unisce agli ambienti di un’antica dimora che della campagna sembra parte integrante, e che dunque contribuisce al forte impatto realistico, uno dei punti di forza di questa serie.
Ma è lo sguardo sui personaggi – o meglio, sul rapporto tra i personaggi – a rendere indimenticabile il lavoro di Julian Fellowes. Ambientata nello Yorkshire nei primi decenni del Novecento – in un’epoca, dunque, in cui i mutamenti sociali incalzano con forza sempre maggiore – Downton Abbey racconta la storia di una nobile famiglia inglese, i Crawley, e dei domestici al suo servizio.
È la vita umana, e i personaggi sono tanti: c’è spazio, dunque, per ogni genere di rapporto e di sentimento, con lo sviluppo di dinamiche spesso complesse e, anche quando semplici, raccontate in modo ugualmente coinvolgente.
In questo senso è l’interazione tra i “piani alti” e i “piani bassi” l’aspetto più riuscito, perché in grado di mostrarci che il rapporto nobili-domestici trascende la dimensione lavorativa e dà spazio a sentimenti di lealtà e di affetto: di volta in volta gli uni condividono le preoccupazioni, le gioie e le speranze degli altri; molti domestici sono punti di riferimento per i nobili della casa, che peraltro non di rado si spendono per loro nel momento del bisogno.
Ma c’è di più. L’interdipendenza tra le due parti (ci è sempre più chiaro, infatti, che l’una non può esistere senza l’altra) le rende pilastri di un sistema armonico, in un certo senso alla pari, a cui entrambe sentono di appartenere e che fa sentire entrambe protette.
Molte vicende della storia muovono proprio dal modo in cui i mutamenti storico-sociali – e c’è di tutto, dalla guerra all’arrivo del telefono – impattano su questo sistema, al quale chi più e chi meno si sente legato.
In tal senso, superlativa e iconica è l’aristocratica nonna Crawley (un’indimenticabile Maggie Smith): una donna d’altri tempi, poco ma sicuro, ma il suo sguardo sul mondo e sui sentimenti è così acuto che in diverse occasioni è lei, proprio lei, a risultare un passo più avanti degli altri, e per giunta sempre accompagnata da una deliziosa ironia. Perché, sì: Downton Abbey non dimentica mai di farci sorridere.
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