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Benvenuto, ottobre!

🍁 🐿️ L’autunno è iniziato da una decina di giorni e per le anime come la mia, innamorate di questa stagione, non c’è niente di più bello del mese di ottobre: passeggiare o andare in bicicletta tra i colori arancio-rossastri così accesi; ascoltare la pioggia sotto una copertina, magari con un bel libro o davanti a una piacevole serie tv; scrivere in compagnia delle candele profumate e di una rilassante playlist autunnale; tornare a casa dal lavoro che è già buio e godersi quel freschetto della sera che non è ancora freddo, oppure lavorare da casa con la prospettiva di un bel tè o una tisana calda dopo le lezioni. 
E poi, amo tantissimo le immagini generalmente associate a questa stagione: le castagne, la legna, gli scoiattoli, i biscotti, le zucche e, più in generale, tutto ciò che c’è di arancione, un colore che adoro in ogni stagione.

Autunno: ghirlande di foglie, cuscini a tema, candele profumate, libri nuovi!
Autunno: ghirlande di foglie, cuscini a tema, candele profumate, libri nuovi!

🍪 E proprio a cominciare dalle tinte arancioni quest’anno ho voluto ricreare anche dentro casa un po’ di atmosfera autunnale, in modo da avere attorno a me un ambiente ancora più caldo, rilassante e accogliente. Ho fatto quindi alcuni acquisti decorativi: dei cuscini adorabili, con disegni di zucche e foglie, che ora hanno preso posto sul divano, e una ghirlanda di foglie d’acero davvero bella che abbiamo collocato sul mobile della tv. È incredibile l’effetto di questi piccoli tocchi sul salottino!

📚 Non poteva mancare, poi, qualche libro nuovo, e le scelte che ho fatto mostrano ancora una volta quanto mi divida tra letteratura italiana e americana.
Dialoghi con Leucò di Pavese è una lettura in cui non vedo l’ora di immergermi, un connubio tra mitologia classica e grandi temi dell’esistenza umana. Lo accompagna il mio primo Fenoglio, Una questione privata, romanzo d’amore e guerra ambientato nel periodo della Resistenza. I due libri, dunque, si inseriscono pienamente nel mio progetto di recupero della letteratura italiana del Novecento, che ho iniziato nel 2019 proprio con Pavese (La luna e i falò) e che finora mi ha fatto scoprire anche Morante, Moravia, Ginzburg e Calvino.
Sul versante letteratura americana, invece, ho preso la Trilogia della Pianura di Kent Haruf (Benedizione, Canto della pianura e Crepuscolo), che ho trovato in cofanetto. Non ho mai letto Haruf, e queste storie mi attirano per l’ambientazione – una piccola cittadina americana – e per la celebrazione delle straordinarie vite comuni: due caratteristiche che le rendono perfette per l’autunno, anche considerando i toni lievi e intensi, semplici e lirici di cui sembrano intrise.

🧡 Per accompagnare le letture, come anche, ovviamente, le sessioni di scrittura mattutine e serali, trovo perfette le candele profumate. Quest’anno ne ho voluto prendere un’intera famigliola – tutte, chiaro, con aromi dolci e autunnali: Autumn leaves, Autumn glow, Autumn pearl, Crisp campfire apples.
I loro profumi hanno cominciato ad accompagnare le mie ore di scrittura già da qualche giorno, e insieme a una playlist tutta autunnale e alla pioggia frequente stanno ispirando tantissime immagini, storie e poesie.

🍂 Ne parleremo! Intanto, benvenuto ottobre! 🐿️

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Indomabili onde di Paola Kovalsky

Cuba per me era una canzone pompata a mille nelle casse di uno stereo, tanto da non riuscire a restare ferma […], racconta Claudia nel capitolo 5 di Indomabili onde, usando un’immagine che rimane impressa, come molte altre che l’autrice, Paola Kovalsky, costruisce via via tra le pagine del suo romanzo d’esordio. 
Cuba assolata, del mare ruggente e ipnotico del Malecón, dei cieli auriferi e dei gabbiani garruli, delle macchine in corsa e delle feste di rum e sigari, vestita di colori e di musica, esotica e conturbante di stimoli, che riempie di vitalità e spinta emotiva, intensifica le emozioni, rende ebbri ed esausti.
Cuba che è anche e soprattutto terra ferita ma orgogliosa, resistente e coriacea oltre ogni misura. Cuba con il suo popolo dalla tempra indomabile.

La copertina del romanzo "Indomabili onde" di Paola Kovalsky.
Indomabili onde di Paola Kovalsky.

Perché è di questo che parla Indomabili onde. Di un popolo rivoluzionario, di una Rivoluzione che l’autrice decide di trasportare ai giorni nostri, rappresentandola e narrandola attraverso gli occhi di Claudia, giovane italiana che vedrà la sua vita cambiare dopo l’incontro con questi ideali, con questi grandi personaggi storici.

E del romanzo sono protagonisti, questi personaggi. La Kovalsky ce li racconta con attenzione, con sensibilità ma anche con naturalezza, come solo chi li ha studiati bene potrebbe fare.
Camilo Cienfuegos ed Ernesto Guevara, in particolare, sembra davvero di averli davanti.
Camilo, perennemente allegro e apparentemente felice, incantatore ed esperto ballerino, dalle espressioni complici e dallo sguardo fiero, e il cui sorriso, il cui buonumore rendono impossibile non volergli bene. Camilo che sa essere tenero, che sa innamorarsi e darsi all’amore, Camilo che vuole vivere a pieno le emozioni, spingersi verso la costa e tornare indietro, urlare di rabbia, inghiottire la vita e berla a pieni sorsi.
E poi Ernesto con quegli occhi scuri e magnetici, attenti ai dettagli come pochi o nessuno; occhi che poi diventano un pozzo di dolore, […] tristi, come sconsolati, pur condividendo il viso con la piega ferina della bocca, in grado di trasformare la sua espressione da afflitta a bellicosa. Ernesto con il suo carisma, la sua virile sessualità nei modi di fare, di parlare. Ernesto del quale la Kovalsky mette in luce non solo le spinte ideali, ma anche quel lato romantico, letterario, e quello più profondamente umano.

A Claudia, piena di entusiasmo innocente, questi personaggi incutono fascino e timore, mentre le loro ideologie e il loro carisma penetrano in lei e la stravolgono. Sì, perché questo è un libro che parla di ideologie, moralità, giustizia, consumismo, coscienza politica, diritti e libertà, ed è al tempo stesso un libro che trascina in un vortice di emozioni. Perché il fuoco della Rivoluzione si mischia ai tumulti interni dell’anima di Claudia, e perché la natura umana è imperfetta, carnale, contradditoria ed irrazionale. E allora c’è l’infatuazione, c’è l’amore, ci sono i sentimenti soffocati, le illusioni e le disillusioni, la nostalgia, il rimpianto, la rabbia e il dolore.
L’ultima sezione del romanzo è la più forte, la più dolorosa. Impossibile restare indifferenti, impossibile non farsi coinvolgere, impossibile non commuoversi. Si soffre e si piange insieme a quella scrittura che per tutto il romanzo sembra averci spinto per portarci fin lì, dove scorre ancora più forte, dove ci trascina come un fiume in piena verso indomabili onde di dolore, che si infrangono, nell’ultima pagina, sulle due meravigliose e pregnanti citazioni finali – Brecht e Pavese – messe lì come a suggello della storia e di quel dolore che sembrano imprimere e al tempo stesso accarezzare, rendendolo intimo e universale.

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E poi ci sono i luoghi di confine

Io, il mio romanzo Mari Ermi e la spiaggia di Mari Ermi dietro e tutt'attorno a me.

E poi ci sono i luoghi di confine. Quei luoghi in cui si intersecano terra e cielo, mare e campagna, e i colori più disparati si uniscono in miscele uniche e indimenticabili. 🌙🌿🌊
Sono preziosi, i luoghi così, perché sono quelli in cui la nostra anima si sente libera, maestosamente sospesa, incline a espandersi e a intridersi di natura, pronta a spiccare il volo. 🌾
La spiaggia bianca di Mari Ermi è un luogo così. Specialmente se ci vai al tramonto, se la scopri in silenzio o se, come nel caso dei miei personaggi, ci arrivi in una giornata in cui è deserta, in cui le nuvole hanno una preziosa capacità di farla risplendere. 🌅

Mari Ermi non è il luogo più frequente nel mio romanzo, ma è il luogo che con la sua magia determina il passo in avanti per le anime dei miei protagonisti.
È il luogo che ci ricorda, ancora una volta e con una forza mozzafiato, che il contatto con la natura ci rende davvero noi stessi. 🌸
Mari Ermi è un luogo reale, come tutta la natura sarda nel mio romanzo, ma è anche un luogo simbolico: è simbolo della ricerca e della riscoperta di sé, dell’importanza della natura per l’identità umana, del valore imprescindibile della libertà interiore. 🌱

È il simbolo, insomma, dell’essenza e del messaggio profondo di questo romanzo. ✨

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Il mio primo firmacopie

Quasi quattro ore di sorrisi, racconti, battute, abbracci e strette di mano.
Quasi quattro ore ho trascorso ieri mattina alla Libreria Chiara e Stefy di Bachisio Medde, a Ghilarza, a chiacchierare con persone che non conoscevo e che sono venute lì per me, e con altre che sono entrate per caso e si sono incuriosite, decidendo di fermarsi ad ascoltarmi.

Entusiasmo e felicità mentre scrivo la dedica a una mia lettrice.
Entusiasmo e felicità mentre scrivo la dedica a una mia lettrice.

Chiacchierare. Perché per me il firmacopie è soprattutto questo. Di dediche ne ho scritte tante, ma quello che ho fatto la maggior parte del tempo è stato chiacchierare, sorridere, stringere mani. Ho parlato, parlato e parlato per tutta la mattina, ed è questo che ho amato del mio primo firmacopie: poter raccontare in modo diretto, a ogni persona, il mio Mari Ermi, trasmetterne le atmosfere, comunicarne il respiro che anima i personaggi; poter raccontare, soprattutto, la mia passione per la scrittura. E io ce l’ho messa tutta, con tutto il mio entusiasmo e la mia gioia di essere lì, senza allontanarmi nemmeno un attimo dalla scrivania, sedendomi solo per scrivere le dediche, sorseggiando dell’acqua in pochi momenti rubati, perché adoro il tempo che posso dedicare di persona a tutti coloro che hanno voglia di scambiare quattro chiacchiere con me.
Ho trovato nei miei conterranei del posto persone affabili, calorose, curiose. Sono davvero grata a chi è venuto in libreria per me e a chi, entrato per caso, ha deciso di dare fiducia a Mari Ermi.
E sono profondamente grata al Signor Bachisio Medde, nel quale, tra l’altro, vivono un entusiasmo e una generosità più uniche che rare. La piantina che vedete in foto nella galleria è un suo regalo, come è stata un suo regalo l’opportunità di realizzare questo firmacopie che ha offerto a Mari Ermi nuove possibilità di comunicare con i suoi lettori e di farsi strada in un mondo tanto complicato quando straordinario.

Ieri sono tornata a casa con tre scatoloni vuoti, esausta, sì, ma soprattutto felice.

Se hai piacere di vedere altri scatti di questa mattinata, visita la galleria fotografica dedicata a Mari Ermi cliccando qui. 😉

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Questo libro è per chi ha un sogno

Il mio romanzo Mari Ermi immerso tra le spighe.

Questo libro è per chi ha un sogno. Per chi combatte ogni giorno per realizzarlo e per chi ha perso la fiducia e ha bisogno di ritrovarla. 🌱

Questo libro è per chi cerca una storia che sfiori e, al tempo stesso, scavi. Per chi cerca la profondità del mare e la leggerezza di un ruscello, la delicatezza di una pianta che cresce e la forza di un tramonto impetuoso. 🌅

Questo libro è per chi ama le storie di confine.
Il confine tra un desiderio e una scelta, tra una passione e il senso del dovere. Tra un sentimento e un progetto di vita.
Il confine tra animi che hanno sofferto e animi alla ricerca di sé. Tra la gioia e il tormento che l’Arte può dare.
E poi il confine tra il mare e il cielo, tra il cielo e la campagna, tra il verde e l’azzurro.🌿 🌊

Sì, perché questo libro è per chi nella natura trova una parte imprescindibile di sé. Per chi abbraccia lo spirito inesauribile del vento, per chi ama perdersi davanti a una notte stellata, o di fronte a un cielo aperto aprire la braccia, respirare, ascoltare, correre tra i campi urlando libertà. 💫💙

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Nel grande regno di Thulas di Paola Maria Liotta

Immergersi tra le pagine di Paola Maria Liotta significa riscoprire una purezza che solo una storia fatta di animali e di natura incontaminata può dare.

La copertina del romanzo "Nel grande regno di Thulas" di Paola Maria Liotta.
Nel grande regno di Thulas di Paola Maria Liotta.

Nell’antico regno di Thulas, tra fronde e acque, rocce e cascate, mangrovie e ninfee, entriamo a far parte di una simpatica famigliola di macachi in libertà, una specie tra le più vivaci che popolano questi luoghi. Nonna Hera, mamma Emma e le sue figlie – tra le quali la neonata Elsa, protagonista assoluta della storia – sono una combinazione di forza, orgoglio e senso pratico, e portano con sé bontà e tenerezza. Ce ne rendiamo conto fin dai primi capitoli, nei quali, con una formula dolce e potente, le scene di maternità che coinvolgono Emma ed Elsa sembrano completare la descrizione del territorio, quelle immagini limpide del Grande Fiume e della foresta tracciate con sapienza e cura.

Attraverso lo sguardo ingenuo e intelligente della piccola Elsa, piena di curiosità e di voglia di vivere, la Liotta ci conduce nella trama come dentro a una foresta, e intricandoci e districandoci con il suo stile sempre chiaro, equilibrato e preciso, ci fa scoprire che quello della macachina è un mondo in pericolo, e che purtroppo il rapporto di simbiosi tra queste specie e il loro ambiente naturale, di cui partecipano anche le popolazioni locali che con gli animali dividono i frutti della terra, è sul filo del rasoio.
Attraverso marce ed esplorazioni, infatti, i nostri macachi scoprono che luoghi rigogliosi di acque e di fronde hanno lasciato il posto a una natura desolata, e sempre più spesso si trovano a fare i conti con gli incendi, l’odore della combustione, la caligine, il fumo, il grigiore, l’aria irrespirabile.
Ed è qui che noi lettori capiamo quali sono i problemi, purtroppo comunissimi, che stanno affrontando questi territori: il taglio indiscriminato delle foreste, con tutti i pericoli annessi, e il traffico illecito di cuccioli di specie protette. Tutto questo all’inizio non è chiaro ai nostri macachi, che di fronte al triste spettacolo del torrente inaridito, degli incendi periodici e degli esodi sempre più frequenti di animali si trovano inquieti e privi di risposte. A prendere in mano la situazione sono i più giovani, guidati proprio da Elsa, che per prima decide di abbandonare le cacce agli smeraldi e tutti gli altri giochi di fronte a quello che percepisce come il vero mistero su cui darsi da fare.

Ma tutti gli abitanti di Thulas fanno squadra per abbattere le minacce che mettono a rischio il loro territorio, e il romanzo si popola così di tanti animali, tutti con un’identità ben definita: l’ibis Arabella, il lombrico Pahem, il gamberetto Alpheus, la farfalla Eulalia, la tigre Kaya. E poi pesci, rinoceronti, elefanti. E non ci stupiamo di sapere che tra queste specie vige un’amicizia pura e disinteressata, fondata sulla solidarietà.
Anche alcuni umani sono così. È il caso del pescatore Bagus, che offre aiuto ai nostri protagonisti, o di Isabel e Mino, impegnati a diffondere, con parole e immagini, l’importanza della difesa dell’ambiente. Sono quegli umani, insomma, che rendono il bene la loro missione, perché hanno fatto tesoro di un insegnamento essenziale.
È quell’insegnamento che ascoltiamo soprattutto da nonna Hera, più volte e in modi diversi – fuggire chiunque offenda la nostra Madre Terra; non infrangere le leggi del cosmo; essere in sintonia con la Grande Madre Natura, assecondarne il ritmo, il respiro: e questa non è solo la legge di quei luoghi, ma anche un principio al quale occorre adeguarsi se ci si vuole sentire in pace con sé stessi e con gli altri.
È uno degli insegnamenti più importanti che la Liotta ci chiede di ricordare, mettendolo con semplicità nella bocca di giovani macachi che parlano per tutte le specie di piante e animali che popolano la nostra Terra e che ne costituiscono la più grande ricchezza. La nostra ricchezza. Non dimentichiamolo mai.

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Seratona online con Edizioni Convalle

Ieri davvero una seratona sulla pagina Facebook di Edizioni Convalle! 😃

Durante una diretta spumeggiante la mia editrice, accompagnata dall’autore Stefano Buzzi, ha presentato anche Mari Ermi, leggendo peraltro uno dei passi a cui tengo di più. 💙

Volevo ringraziare Stefania Convalle e Stefano Buzzi per le splendide parole che hanno speso nei miei confronti. Sentire un passo del mio libro letto da Stefania è stata davvero una grande emozione. 📖❤️

Se vi va, io vengo introdotta al minuto 30.00, con alcuni accenni al Salone di Torino, mentre si parla più diffusamente del mio romanzo a partire dal minuto 1.07.00. 🔖😃

Vi consiglio comunque di ascoltare tutta la diretta, che non solo è molto divertente e ricca di spunti di riflessione, ma offre anche uno spaccato di quanto sia bella questa realtà di Edizioni Convalle! 😉

https://fb.watch/dy7Vl6NhaJ/

Stefania Convalle e Stefano Buzzi durante la diretta del 9 giugno 2022 sulla pagina Facebook di Edizioni Convalle.
Stefania Convalle e Stefano Buzzi durante la diretta del 9 giugno 2022 sulla pagina Facebook di Edizioni Convalle.

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Pagine ingiallite dal tempo e odore che sa di storia e di emozione

The Grapes of Wrath, John Steinbeck. Prima edizione, prima stampa.
Che gioia averla!
The Grapes of Wrath, John Steinbeck. Prima edizione, prima stampa.
Che gioia averla!

Nell’aprile 1939 il libro che vedete nelle foto usciva dalla Viking Press di New York e consegnava al mondo per la prima volta una delle storie più universali che siano mai state scritte.

Le vicende dei Joad, famiglia di migranti; il ritratto vivissimo e terribile dell’America degli anni Trenta (e, purtroppo, di dinamiche umano-sociali costanti in ogni epoca e luogo); la natura onnipresente, incessante, implacabile raccontata con accostamenti di parole dal potere immaginifico mozzafiato: The grapes of wrathFurore in Italia – conquista, impressiona, emoziona, commuove, fa riflettere. È un romanzo di una potenza incredibile, uno di quei capolavori che non fai fatica a definire “il libro della vita”. Mentre lo leggevo, nel giugno dell’anno scorso, ero senza fiato a ogni pagina.

Potete dunque immaginare la mia emozione quando, al Salone del Libro, ho visto questa edizione nelle teche di Libraccio. Una prima edizione, prima stampa: quella che Steinbeck aveva tra le mani quando uscì il suo capolavoro.
Ottantatré anni sono passati, e da allora questa copia si è mossa nel tempo e nello spazio; nel raccontare una storia si è rivestita di una storia, e io mi chiedo dove, come, quanto, attraverso chi ha viaggiato prima di approdare tra le mie mani. Sono domande che mi affascinano e alle quali non avrò mai risposta, ma non importa, perché mi bastano due certezze: questa copia è uscita dalla Viking Press nell’aprile del 1939; questa copia è arrivata al Salone Internazionale del Libro 2022 a Torino. E a quel punto ha incontrato me.

È difficile descrivere a parole l’emozione che provo nel tenere tra le mani una prima edizione di The Grapes of Wrath. Le pagine sono ingiallite ma ancora ben salde, e l’odore è quello che solo i libri antichi possono portare con sé: un odore che sa di storia, di cose magiche e perenni, di sentimento. Un odore che ricorda quanto i mondi di parole riescano a creare e quanto riescano a durare nel tempo, più di qualunque altra cosa.

E allora cerco di condividere queste emozioni mostrandovi l’edizione con qualche scatto: il libro nella sua sovraccoperta con il notissimo disegno; le diciture “First Edition” nell’aletta interna della sovraccoperta e “First published in april 1939” alla pagina del copyright; la dedica; la prima pagina; un passo descrittivo del capitolo 6 che mi aveva coinvolto tanto; le celeberrime parole pronunciate da Tom nel capitolo 28; la pagina conclusiva; il libro senza sovraccoperta.

Non trovate anche voi che questa prima edizione sia bellissima?

La prima edizione di The Grapes of Wrath - Il libro nella sua sovraccoperta (fronte).
La prima edizione di The Grapes of Wrath - Il libro nella sua sovraccoperta e le pagine ingiallite dal tempo.
La prima edizione di The Grapes of Wrath - La dicitura “First Edition” nell’aletta interna della sovraccoperta.
La prima edizione di The Grapes of Wrath - A sinistra la dicitura “First published in april 1939” alla pagina del copyright; a destra la dedica.
La prima edizione di The Grapes of Wrath - L'incipit.
La prima edizione di The Grapes of Wrath - Un passo descrittivo del capitolo 6 che mi ha coinvolto tanto.
La prima edizione di The Grapes of Wrath - Le celeberrime parole pronunciate da Tom nel capitolo 28.
La prima edizione di The Grapes of Wrath - La pagina conclusiva.
La prima edizione di The Grapes of Wrath - Il libro nella sua sovraccoperta (retro).
La prima edizione di The Grapes of Wrath - Il libro senza sovraccoperta.
La prima edizione di The Grapes of Wrath insieme al certificato della libreria "Strand" di New York.

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Alla storia intramontabile raccontata in Furore e allo splendore della scrittura di John Steinbeck ho dedicato un articolo qui. 😉

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Il mio primo Salone del Libro

Con la testa che gira e con il cuore pieno di gioia.

La mia prima dedica al Salone del Libro 2022. Che emozione!
La mia prima dedica al Salone del Libro 2022. Che emozione!
😍
✨
📚

Non è facile riordinare le idee dopo un fine settimana così intenso.

Quella al Salone Internazionale del Libro è stata un’esperienza indimenticabile, specialmente nell’emozione di poterla vivere al quadrato, come lettrice e come autrice. Come autrice soprattutto, in realtà, dato che ho trascorso felicemente gran parte del tempo allo stand Edizioni Convalle.

E che tempo, che ore stupende! Ore intense, fatte di un lavoro che ho vissuto come un gioco, mentre entusiasmo e fatica si mescolavano in un vortice irrefrenabile nel quale mi sono tuffata per tutto il weekend.

Ho parlato di Mari Ermi con tante persone, realizzando quanto fosse bello raccontare del romanzo a chi si mostrava di volta in volta incuriosito, interessato, anche intrigato. Ho firmato diverse dediche. Le prime con la mano tremante, con le labbra sempre pronte a soffiare per paura che l’inchiostro sbavasse. Ho scattato foto piene di gioia con perfetti sconosciuti. Ho incontrato e abbracciato dal vivo persone che avevo conosciuto attraverso uno schermo. E un pochino mi ha stupito, la spontaneità e il calore reciproco di tutti questi abbracci. Ho provato di nuovo la felicità di abbracciare le persone con spensieratezza, e già solo per questo il Salone è valso tutto. ❤️

Ho conosciuto altri autori della mia casa editrice: tutte persone simpatiche e alla mano, con cui è stato bello chiacchierare e scherzare. Ho conosciuto, soprattutto, la mia fantastica editrice, Stefania Convalle, che è proprio come la immaginavo, tosta e generosa, e ho conosciuto Giuseppe Murru, persona di rara gentilezza e simpatia.

📚

E poi ho vagabondato tra gli stand; ho visto libri, colori e tante cose meravigliose. Il Salone è un posto immenso e non sai davvero dove girarti. Vorresti guardare e toccare tutto. Ho trascorso momenti memorabili dalle parti di Libraccio, nella sezione dei libri rari e introvabili, davanti ad alcune teche dalle quali ho portato via un ricordino niente male, un cimelio, uno Steinbeck che fa venire i brividi a guardarlo e a toccarlo.

😃

Sto ancora cercando di riordinare le foto e le idee. Perché il Salone del Libro è un delirio: ti ci perdi e ti senti felice, e quando poi ne esci, confuso per la gioia e la stanchezza, colmo di sollievo e nostalgia insieme, hai testa e cuore increduli e grati che tanta bellezza possa esistere. ✨📚

E allora grazie infinite alla mia casa editrice, che mi ha dato la possibilità di vivere questa esperienza, e come sempre grazie a Matteo, che mi ha accompagnato e ha vissuto con me queste emozioni indimenticabili. ✨

Se hai piacere di vedere altri scatti di queste giornate, visita la galleria fotografica dedicata a Mari Ermi cliccando qui. 😉

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Tra il verde, l’azzurro e l’arancio

Io, il mio romanzo Mari Ermi e i colori della campagna.

🌱💙 Tra il verde e l’azzurro io non ho mai saputo scegliere.
In Sardegna ci sono cresciuta, con questi colori: abituata a correre in mezzo all’erba, a sedermi per terra in campagna, a perdermi davanti a cieli sconfinati, a esplorare fondali di acque cristalline. 🌊
Amo il verde e l’azzurro perché richiamano in me un senso di libertà, di quella libertà che solo una natura selvaggia e incontaminata può dare. Hanno fatto parte della mia vita fin da quando ero bambina insieme all’arancione, il colore del tramonto e il colore delle arance, un frutto che amo, dolce anche quando è aspro, profumato come nessun altro al mondo. 🧡
🍀
Nella foto qui sopra, scattata nella campagna romana, questi colori mi circondano, e proprio questi colori tengo in mano nella copertina di un libro, un libro che ho scritto io – proprio io! – e che circa dieci giorni fa, dopo un percorso ricco di entusiasmo, fatica e mille altre sfumature, ha visto la luce. ✍️📘
E allora oggi, circondata da questi colori, voglio dire chiaramente qual è la cosa più importante che ho imparato dalle mie esperienze in questi anni: credere sempre in sé stessi e non smettere mai, nemmeno per un secondo, di inseguire i sogni. 💫🌿

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