Che gran bel lavoro sta facendo Shanna Luciani con la sua saga storica!
Mentre la molteplicità dei punti di vista si associa alla varietà dei luoghi – da teatri a vecchi campanili, da ville lussuose a sagrestie, da ospedali a case di campagna – e mentre ricevimenti e spettacoli si alternano a bombardamenti e azioni di lotta, questo terzo volume sposta decisamente il focus su illusione e disillusione, sulla perdita di direzione, sul senso di colpa, sui retaggi familiari, sulla responsabilità, sulla ricerca di riscatto e sul confine tra quest’ultimo e la vendetta.
All’accuratezza della scrittura, che scava nel profondo anche grazie all’attenzione alla gestualità minima, alla mimica facciale e a un uso quanto mai sapiente delle luci e delle ombre, si associa uno studio magistrale della struttura – studio che emerge sempre più chiaramente man mano che ci si avvicina al finale (incredibile il lavoro sul finale!)
Impossibile non menzionare il nuovo tormentato (e decisamente affascinante) punto di vista, quello di Joachim, ma una nota speciale va a Cesare, il personaggio che in questo volume si trova, spinto tra un fuoco e l’altro, nella situazione più tragica in assoluto, con un conflitto interiore estremamente interessante, oltre che commovente.