Plateale appartenenza al genere umano Paola Kovalsky

Un patto di sangue, i wandervogel, passeggiate in montagna, Kallmunz, i coniugi Bauer, l’amore per un nonno, falò rituali, neve, la solennità dei cimiteri, valichi, Hauptmann, statue di santi, il desiderio di una vita semplice, una porticina nascosta, confessioni in un hotel di Praga in un giorno di pioggia, la ricerca di una spiritualità, una luce che si accende… Nel secondo volume della sua saga ucronica, Paola Kovalsky alza il livello della scrittura, aumenta la posta in gioco per i personaggi, introduce nuove (magnifiche) ambientazioni e sceglie di portare in secondo piano la denuncia diretta all’ignoranza rassicurante (preponderante nel primo volume) per concentrarsi sull’approfondimento psicologico e sugli stati d’animo: Plateale appartenenza al genere umano è un romanzo introspettivo, di coscienza e di tormento, più che riuscito anche grazie al singolare accostamento, in molte parti, dell’angoscia interiore alle atmosfere pacate e, naturalmente, grazie alla scrittura sempre trascinante, sempre sincera.