La donna che visse due volte Pierre Boileau e Thomas Narcejac

Un ex poliziotto con la paura delle altezze, un incarico da parte di un vecchio amico e una donna misteriosa e disturbata sono gli ingredienti del noto lavoro di Boileau e Narcejac, una perfetta sintesi tra noir e thriller psicologico che con toni di angoscia crescente indaga l’ossessione e la paranoia, l’illusione e l’idealizzazione attraverso una brillante scomposizione di piani, dove realtà e allucinazione si confondono tanto per il protagonista quanto per il lettore, mentre l’ambientazione e le atmosfere – Parigi e dintorni e poi Marsiglia, negli anni della Seconda Guerra Mondiale e in quelli immediatamente successivi – completano la trama, così vivide e al contempo oniriche, col loro carico di grigiore e inquietudine.

L’ottima gestione del lavoro e il colpo di genio di un finale assolutamente imprevedibile – dopo averti trascinato tutto il tempo da una parte, la storia cambia direzione nelle ultimissime pagine – quasi mi costringono a chiudere un occhio sull’improbabilità della trama e sulla sua incapacità di coinvolgermi fino in fondo.

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