Il passaggio dall’infanzia all’adolescenza di una giovane sull’isola di Antigua, nei Caraibi, raccontato da una penna decisamente abile, diretta e al contempo sospesa, che riesce a condensare in poco più di cento pagine – e con estrema efficacia – temi come il contrasto tra scienza e superstizione, l’omosessualità, l’attaccamento alle radici e insieme il desiderio di fuga (a riflesso dello scontro tra culture), ma soprattutto il rapporto madre-figlia e la depressione (rispetto a questi ultimi ci sono passaggi che danno i brividi).
È un libro fatto di suggestioni quanto di immagini nitide, con una protagonista brillante, ambiziosa e ribelle, che racconta sé stessa senza veli. Mi ha colpito molto.