Durante la diretta di ieri sulla pagina Facebook di Edizioni Convalle, la scrittrice ed editrice Stefania Convalle ha proposto a noi presenti un esperimento di scrittura decisamente insolito.
All’inizio della diretta ci ha mostrato alcuni oggetti che avevano lo scopo di stuzzicare la nostra fantasia, far scattare qualcosa in noi: un lavavetri, una campana tibetana, una matrioska, una rosa essiccata, una vecchia tessera del tram, un libro di poesie dalle pagine ingiallite, una penna d’oca, un pendolino. Dopo averceli mostrati, Stefania ci ha invitato a scrivere un racconto che ruotasse attorno a uno o a più di uno di questi oggetti. Attenzione però, perché qui entra in gioco la parte interessante: il tempo per produrre questo scritto era di soli quindici minuti.
Quindici minuti sono davvero pochi, lo sanno tutti. Come si fa a mettere su qualcosa di concreto in così poco tempo? Me lo sono chiesta diverse volte – sì, l’idea decisamente solleticava la mia curiosità – prima che la diretta iniziasse e anche dopo, quando mi sono collegata con una forte intenzione di partecipare ma con molti dubbi sulle mie possibilità di produrre qualcosa di anche lontanamente decente. Io comunque ci provo, mi sono detta. Al massimo poi lascio perdere e non invio nulla.
Ma non avevo idea di cosa sarebbe successo non appena è partito il tempo.
L’esperimento si è mostrato subito una vera e propria sfida, una leva che spinge lo scrittore a un’esaltante gara con se stesso. In quel momento, con addosso la pressione del tempo che scorreva, ho sentito che potevo e che dovevo farcela, e mentre il cuore buttava fuori la prima cosa che gli veniva spontanea scegliendo per me la penna d’oca, le dita correvano sulla tastiera e la mente lavorava e fremeva in cerca delle parole migliori per completare le frasi.
Con mia grande sorpresa, al tredicesimo minuto mi sembrava di aver concluso. Non ho avuto il tempo di rileggere e forse è stato meglio così, perché tutto quello che ho scritto è venuto da dentro. Alcuni minuti dopo, quando ho ascoltato il mio racconto letto da Stefania Convalle, ho provato uno strano senso di soddisfazione: ce l’avevo fatta per davvero!
E quel breve testo buttato giù in quindici minuti adesso è lì, in un nuovo file word che si è aggiunto con orgoglio ai file nella cartella dei miei scritti. Non lo modificherò, non lo ritoccherò. Lo lascerò lì e ogni tanto lo leggerò di nuovo, per non dimenticare quanto sia importante partecipare a queste iniziative che, pur nella loro semplicità, danno tantissimo, e per ricordare ciò che siamo in grado di fare quando vogliamo – se vogliamo.
Ho riflettuto molto, dopo la diretta di ieri: ho riflettuto sul valore del tempo e ho riflettuto sulla bellezza della scrittura creativa unita alla spontaneità.
Grazie infinite, dunque, a Stefania Convalle, che è davvero un vulcano di idee e che ci ha proposto un esperimento così intelligente e stimolante – esperimento decisamente riuscito, peraltro, dato che ben venticinque partecipanti hanno inviato un loro testo, e che tante idee e tante storie interessanti hanno preso vita durante questa serata.
Lascio qui il link della diretta: recuperatela, vale davvero la pena!
https://fb.watch/aQ8OYmXEge/
Il mio racconto, se vi va, comincia al minuto 34.30.
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