L’amore tracimante per la scrittura, per la vita e per una Parigi che è un pezzo di giovinezza in Festa mobile di Hemingway

La mia edizione di Festa mobile.
Foto scattata nel novembre 2023.
La mia edizione di Festa mobile.
Foto scattata nel novembre 2023.

È la Parigi dei piccoli caffè, di legna per l’inverno e di bucce di mandarini sul fuoco del camino mentre rifletti su un nuovo racconto. È la Parigi che ospita in una via fredda e spazzata dal vento la libreria più simpatica, calda e accogliente del mondo, dove la proprietaria ti presta i libri perché tu non hai soldi per comprarli. È la Parigi delle passeggiate solitarie e piene di leggerezza al termine di sessioni produttive di scrittura. È la Parigi che ti offre nei grandi giardini rifugi stimolanti; la Parigi dove sei triste quando il parco è chiuso e sbarrato e devi girargli intorno invece di attraversarlo mentre torni a casa. È la Parigi dei whisky e dei caffè crème, di pugilato e corse di cavalli e scommesse; la Parigi di pittori e pescatori, delle bancarelle di libri sulla Senna in cui trovi nuove uscite a pochissimo prezzo. È la Parigi dove con tutti quegli alberi, anche quando spogli, non puoi mai sentirti solo; la Parigi dove la primavera arriva lenta ma nitida, e quando sembra stentare finisce che una notte di vento caldo la porta all’improvviso in una sola mattina; la Parigi dove allora, quando arriva la primavera, non vi sono problemi eccetto dove andare per sentirsi più felici, e questo è quasi commovente.
È la Parigi dove non puoi scrivere di Parigi – Parigi, no, non la conosci ancora abbastanza bene – ma in giornate selvagge, fredde e ventose riesci a scrivere del Michigan con una semplicità che ti riscalda.
È questa la tua Parigi, la Parigi della scrittura, questa dove insegui il tuo sogno. Questa dove Gertrude Stein ti ospita nel suo salotto, dove Ezra Pound ti coinvolge in progetti altruisti; questa dove frequenti e conforti Scott Fitzgerald, l’amico che più di tutti, indiscutibilmente, sembrerà uscire dalle pagine delle tue memorie con la sua sensibilità, le sue ansie, le sue passioni e le sue dipendenze, in un ritratto toccante perché umanissimo. Perché, sì, di queste persone scriverai in futuro con una noncuranza affettuosa in grado di colpire come una bomba chi ti leggerà.
Perché ci scriverai, di questa tua Parigi. Ci scriverai di questa Parigi in cui, nonostante i racconti continuino a tornarti indietro, riconosci già in te una fede assoluta e una consapevolezza profonda rispetto alla scrittura; di questa Parigi in cui devi far quadrare i conti, in cui certe strade le eviti perché non puoi permetterti di farti venire fame, ma in cui la verità è che tu e Hadley, la tua amata moglie Hadley, l’eroina di queste storie, vi sentite invulnerabili – la verità è che non potreste essere più felici di così.

*

La Parigi di Hemingway è intima, avvolgente e intensa come queste pagine sono vivide, nostalgiche, autentiche, fluttuanti. Festa mobile è un libro pieno di vita e di malinconia insieme. Tracimante di amore per l’arte, per la scrittura, per un luogo che è un pezzo di giovinezza. Tracimante di voglia di vivere, e di amare, e di scrivere. È un’auto-incursione intima, dolce, in qualche modo sconvolgente. Un documento imperfetto ma ineguagliabile di un pezzo di vita. Un tributo puro e autentico all’importanza della memoria, che all’ultima pagina mi ha travolto in tutta la sua portata, e mi ha commossa nel profondo.

Se questo articolo ti è piaciuto e se ti interessano i classici della letteratura, puoi visitare la sezione del blog dedicata cliccando qui🙂

Condividi:

California di Francesco Costa e le emozioni di quella magia un po’ dannata

Il libro California di Francesco Costa e una mia felpa, ricordo prezioso dell'esperienza a San Francisco.
Il libro California di Francesco Costa e una mia felpa, ricordo prezioso dell’esperienza a San Francisco.

Rimbalzare tra malinconia, gratitudine e nostalgia. Rimbalzare tra fascino e disincanto. Tra la voglia di tornare lì per rivivere quella magia un po’ dannata e il sollievo per aver scelto di non restare. Rimbalzare. Mi ha fatto rimbalzare, questo libro.
Mi ha fatto arrabbiare, sorridere, piangere. Mi ha reso orgogliosa perché molte di quelle cose io le ho conosciute bene, perché quando Costa descrive lo spirito di San Francisco io capisco esattamente cosa intende. Mi ha rattristata perché gli sviluppi post pandemia fanno un male tremendo. Mi ha spiegato l’origine di situazioni che ho toccato con mano. Mi ha fatto pensare che certe cose avrei voluto saperle prima di partire e, d’altra parte, che sono contenta di averle scoperte lì, giorno dopo giorno.
Ho rivisto le colline dorate, le cascate di Yosemite, le vigne di Napa Valley, le foreste di sequoie. E San Francisco, soprattutto San Francisco. Mi ha riportato tra le urla del Tenderloin e tra le nebbie pacate a Inner Richmond. Tra le difficoltà che la città mi ha costretto ad attraversare, tra le possibilità incomparabili che mi ha offerto. Mi ha ricordato alcune tra le notti più difficili e alcune tra le giornate più spensierate che abbia mai vissuto. Mi ha riportato su quella bici sul Golden Gate Bridge col vento tra i capelli e l’Oceano Pacifico sotto e ovunque.
Mi ha ricordato come può succedere che il posto più spiazzante al mondo a un certo punto diventi, in qualche modo, casa. Come si arriva da un misto di entusiasmo e confusione a un amore profondo per un luogo che impari a conoscere nel bene e nel male.
Dopo questo libro ho bisogno di pensare, ho bisogno di scrivere. Di luoghi per cui provi un trasporto che non capisci e di cosa accade quando quei luoghi ti attraversano. Di come nascono certi legami. Dell’impatto e del significato di esperienze che definiscono chi sei. Di ricordi, emozioni e stati d’animo legati solo alla California. Di solitudini, risate, atti ribelli, malinconie, soddisfazioni, difficoltà e piccole audacie che appartengono solo a San Francisco. Di cose che non torneranno più, mai più, ma che ci saranno sempre dentro di me. Lacrime. Gratitudine.

Condividi:

Di campagna sarda, di agrumeti e di un paese di nome Milis

🌱 Mari Ermi nasce in campagna. 🌿
Nasce in Sardegna tra le piante in fiore, tra i prati e i campi selvaggi che sconfinano in spiagge incontaminate, tra gli alberi profumati che aprono gli orizzonti a spazi immensi di cielo.
🍊 Mari Ermi nasce, soprattutto, in una campagna dai colori verde e oro. È quella che conosco bene, quella in cui sono cresciuta: la campagna di Milis, noto in tutta la Sardegna come “il paese degli agrumi”. Gli orti di Milis, come li chiamiamo noi, sono anche una tradizione secolare, cominciata col lavoro dei frati camaldolesi nel 1200 e benedetta dalla fertilità del suolo e dalla ricchezza dell’acqua nel territorio.
🧡 Arrivare al paese è piacevole in tutte le stagioni.
In estate, quando le pianure circostanti arse dal sole ingialliscono, nelle strade attorno a Milis si respira di verde, di fresco, e un allegro canto di cicale sparge nell’aria un sereno benvenuto. In inverno il profumo degli agrumi è ovunque; in primavera l’arancio si mischia al bianco delle zagare.
☀️ Frequento la campagna da sempre, e passeggiare in un agrumeto in una giornata di sole invernale è una delle attività più rigeneranti che io conosca. Non per nulla il mio romanzo comincia proprio così, in una mattina azzurra e soleggiata d’inverno in un agrumeto, e il mio protagonista, Antonio, è un ragazzo che lega i suoi sogni al destino di un agrumeto di famiglia.
🌿 Ecco perché, tra tutti gli scenari naturali del mio Mari Ermi – dai prati incolti alle spiagge selvagge – quello verde e dorato è il fondante e il prevalente.
Certo, non racconto solo l’aspetto idilliaco: ci sono anche la fatica del lavoro, la stanchezza, la delusione e la frustrazione quando le cose vanno male e diverse altre problematiche. Però, sì, lo spazio maggiore appartiene alla bellezza della natura, alle soddisfazioni che solo lei è in grado di donare.
🌱
✨ E allora questo scatto mi sembra perfetto: Mari Ermi in uno degli agrumeti di famiglia in una mattina fresca di sole d’inverno. E Mari Ermi brilla davvero, tra il verde delle foglie e i frutti dorati.
🌱🍊💫

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi leggerne altri simili, visita la sezione “rubrica Mari Ermi” del blog cliccando qui. 🙂

Condividi: