“Amori Sui Generis”. Questo il tema del Premio Letterario Nazionale che a ottobre 2022 ha voluto conferire a Mari Ermi una Menzione d’Onore. Il filo conduttore delle opere a concorso, più nello specifico, doveva essere “un sentimento d’amore (o una passione) molto forte, capace di dominare completamente una o più persone: platonico, spirituale, sensuale, romantico, materno, filiale, fraterno, coniugale, di amicizia, rivolto verso se stessi come manifestazione di egoismo e di egocentrismo, amor proprio, per un ideale, per la solidarietà, passione per lo sport, per le arti, per il gioco o per altro.”
Riporto la dicitura per intero perché nel rileggerla ho riflettuto di nuovo su tante cose, e mi sono stupita di quanti tipi di “amori sui generis” io abbia riversato, anche inconsciamente, in Mari Ermi.
Non ci sono dubbi che il più grande, il più significativo per la trama sia l’amore dei due protagonisti, Antonio e Ambra, nei confronti della natura. Una natura dai colori intensi di agrumeto e una natura che è campagna incolta, corse selvagge, cieli sconfinati e ancora vento, rocce, spiagge bianche, scie di galassie dove le stelle sembrano pulsare. Cercarla, esplorarla, viverla significa scoprire se stessi, entrare in contatto con la parte più intima di sé.
Poi c’è l’amore sconfinato per un sogno, un ideale, un progetto di vita. Ma c’è anche l’amore filiale, che porterebbe Antonio a mettere da parte quel sogno pur di non deludere i genitori. Non per niente, è lo scontro tra due “amori sui generis” a creare il conflitto interiore più duro – e il più delicato – del romanzo.
Ancora, c’è l’amore di un genitore nei confronti del proprio figlio, un amore che cerca direzioni, che soffre e spera e confonde e sbaglia.
Infine, l’amore per l’arte: una forza viscerale, sofferta, totalizzante, che scardina sentimenti e sconvolge intere vite.
Ogni romanzo è mosso da tante energie, e una riflessione su quelle che animano il mio – e sul loro continuo incastrarsi e condizionarsi a vicenda – volevo farla da tempo.
Non so per quale (o quali) di questi “amori sui generis” la Giuria abbia voluto assegnare a Mari Ermi la Menzione d’Onore. So, però, che mi rende felice.
Sono grata alla Giuria del Premio per aver scelto di assegnarmi questo riconoscimento, ma ancor prima, come sempre, sono grata alla Edizioni Convalle, che ha creduto in me e nelle mie pagine da subito.
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