Per scrivere ci vuole disciplina.
Eccola qui la grande verità, il fatto incontrovertibile, il caposaldo innegabile di quest’arte e di tutte le arti del mondo.
Per scrivere ci vuole disciplina, e il motivo non è la costante mancanza di tempo nelle nostre giornate.
Certo, è vero che il tempo è un problema, ma spesso, diciamolo chiaramente, è anche una scusa.
Il fatto è che la scrittura, purtroppo, non è solo un romantico prodotto dell’ispirazione. Io sono convinta che l’ispirazione esista – parleremo in seguito di cosa sia per me – e sono convinta che esista anche il talento, ma ciò non toglie che la scrittura, anche in presenza di queste doti, sia soprattutto una questione di disciplina. Ti ci devi mettere. E non è così facile.
Sapete perché non lo è?
Perché scrivere è anche, e soprattutto, fatica.
Sì, la scrittura è fatica, spesso persino sofferenza. È incessante interrogarsi della mente, è sudare sulla tastiera.
Mi sono accorta che non viene detto spesso, quindi lo ripeto: scrivere è faticoso.
Scrivere è un impegno. Scrivere richiede sforzo. Scrivere è difficile. Dannatamente difficile.
E, per questo, spesso ci inventiamo scuse per non farlo. Sì, è questo il motivo più profondo per cui fatichiamo a metterci davanti al foglio o allo schermo, per cui “c’è sempre qualcosa di più importante da fare, qualcosa di più urgente”.
Ed è qui che entra in gioco la disciplina.
La disciplina è un’arma perché ti costringe a non rimandare, a metterti davanti al foglio senza se e senza ma; perché ti propone un obiettivo, perché trasforma pigrizia e reticenza in un momento cercato, atteso, indispensabile. In questo senso, è verissimo che la scrittura è come lo sport, e anzi, probabilmente non c’è paragone più azzeccato: è molto difficile iniziare, ma quando prendi il ritmo non puoi più farne a meno.
Queste cose le ho sempre sapute, le ho sperimentate periodicamente negli anni, ma solo nel 2022, complice la pubblicazione di Mari Ermi e l’intenzione di fare davvero sul serio, ho cominciato a lavorare come si deve sulla disciplina. In quali modi, ve lo racconto al prossimo appuntamento con questa rubrica.
…Non vedo l’ora!
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